TURBIGO – La storia del passato non muore mai e i suoi fili giungono fino ai nostri giorni. Dell’antico convento degli Agostiniani Scalzi (soppresso nel 1807) con il passare del tempo ne sappiamo sempre di più. E’ stato scovato un libro, ‘Lustri storiali de scalzi agostiniani eremiti della Congregazione d’Italia e Germania’, pubblicato nel 1700 (editore Vigoni), conservato nella Biblioteca Nazionale austriaca, digitalizzato il 12 luglio 2012, che racconta ‘da vicino’ la storia della fondazione del convento.
Fu nella seconda metà del Seicento – con la costruzione del convento – che arrivarono gli Agostiniani Scalzi. Chi scrive li ha visti nei sepolcri, ai quali si accede dalla botola posta dietro all’altare maggiore. Sono ancora lì sulle sedie con le loro tuniche afflosciate, alcuni sdraiati attorno alle pareti che portano un grossolano segno del croce.
Nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano, a cui fu collegato il convento, verso il 1570 il cardinale San Carlo Borromeo aveva istituito la Compagnia del SS. Sacramento che andò sempre acquistando una maggiore influenza amministrativa (gestivano i sussidi ai poveri). Questi ‘Scolari’ (così si chiamavano gli aderenti alla Confraternita) tanto fecero da mettersi in competizione con la parrocchia, in quanto erano i primi ad arrivare dai moribondi, specialmente nel ‘Turbigh in giò’. Avevano una certa disponibilità economica tant’è che si fecero realizzare uno stendardo professionale di grande pregio con ostensorio ricamato in oro fino e i due Santi in adorazione.
FOTO Lo stendardo processionale della Confraternita del SS. Sacramento realizzato nel 1884 e recentemente restaurato