Oggi all’interno dell’area ex Novaceta sono state viste delle persone che si muovevano intorno alla ex centrale termoelettrica, luogo che da anni viene considerato pericoloso per i materiali in esso stoccati, provenienti dalla ex fabbrica chimica, produttrice di acetato di cellulosa, chiusa nel 2010. Uno dei soggetti individuati dai volontari di RiParco, l’associazione che ha la sede nell’ex area Cral, che sono presenti costantemente in loco per far vivere l’area verde della loro ex fabbrica, è un giovane professionista che ha loro dichiarato di essere dipendente della REAS. Sappiamo che Unicredit, proprietaria dei terreni su cui sorge la fabbrica, ha, dal 2012 circa, appaltato i lavori di
messa in sicurezza/bonifica del terreno alla Reas, che, a sua volta, ha subappaltato l’attività a imprese minori, senza coinvolgere in alcun modo nessuno dei circa 140 lavoratori della Novaceta, e senza interpellare in alcun modo, sindacati e istituzioni. Come abbiamo più volte riportato nei nostri articoli, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, che si è formato dopo la messa in liquidazione della Novaceta, per salvaguardare i lavoratori, ha ripetutamente attenzionato le pubbliche amministrazioni che si sono succedute sulla pericolosità della centrale termoelettrica, anche se una parte di bonifica dei terreni è stata fatta, ma senza ottenere assicurazioni certe sulla messa in sicurezza completa del luogo. Il giovane tecnico che oggi è stato interrogato dai volontari di RiParco ha dichiarato che le persone avvistate avevano “sigillato e messo in sicurezza la centrale termoelettrica”.
Al momento in cui scriviamo non sappiamo se l’area è stata messa sotto sequestro cautelativo, ma il fatto che qualche giorno fa ci sia stato un incontro tra l’Amministrazione comunale e i rappresentanti del Movimento, ci fa pensare: finalmente si è sbloccato qualcosa in questa annosa e intricata vicenda?