L’Europa così non funziona e va riformata. E’ un parere unanime, anche di chi difende convintamente i motivi che ne hanno ispirato la nascita. Spiega Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia in una intervista a Rai News, realizzata da Marco Mirabile “Il peccato originale sta nel fatto che le decisioni più importanti passano ormai non piu’ dalla Commissione, braccio esecutivo politicamente indipendente della UE, ma dal Consiglio Europeo composto dai rappresentanti dei singoli Stati dove, non solo lo Stato più forte impone la sua linea, ma ogni Stato mette in primo piano i propri interessi nazionali. Inoltre, per raddrizzare i rapporti europei che non funzionano, derivanti dai trattati, occorre l’unanimita’. E in tal modo non si riesce a fare piu’ nulla. ”
L’intervista è avvenuta in occasione della presentazione a Milano nella sede della Banca d’Italia, del volume “Mercato, Europa e libertà”, che raccoglie gli interventi pronunciati da Guido Carli alle assemblee dell’Associazione Bancaria Italiana e alle Giornate mondiali del risparmio.
E così prosegue: “Prima di tutto l’Europa deve rendersi consapevole del fatto che non può trattare a pesci in faccia un Paese colonna portante dell’intera Unione. Non ci possiamo sentir dire “Così hanno votato i 27, il caso e’ chiuso” Insomma, chi ha avuto ha avuto… Non può essere questo il modo di interpretare l’interesse della politica comunitaria. Cosi’ si persegue l’interesse dei singoli Paesi. Non va bene questa logica.”
All’incontro, moderato da Ferruccio de Bortoli, hanno preso parte il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, il direttore della sede di Milano della Banca d’Italia, Giuseppe Sopranzetti, il vice presidente di Assolombarda, Antonio Calabrò e Federico Pascucci, curatore dell’ opera e segretario generale dell’Istituto Einaudi. Il libro, pubblicato da Editori Laterza, è introdotto dalla prefazione di Patuelli e di Maurizio Sella, presidente dell’Istituto Einaudi per gli studi bancari, finanziari e assicurativi; è arricchito da un profilo di Carli a firma di Alfredo Gigliobianco, dirigente di Banca d’Italia.
Promosso dall’Abi e dall’Istituto Einaudi, ‘Mercato, Europa e libertà’, si inserisce nella collana ‘Storia e Società’ ed è la terza opera pubblicata su impulso di Abi e Istituto Einaudi dopo i libri dedicati da Laterza agli scritti di Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi. Il volume celebra l’attualità della figura di Guido Carli, protagonista del processo di costruzione dell’Europa unita come pure della rinascita economica italiana, e offre al contempo un significativo spaccato della storia della Nazione nel secondo dopoguerra, vista attraverso le lenti della finanza e dell’economia.
Raccoglie i 14 interventi pronunciati da Carli alle assemblee dell’Abi negli anni in cui fu Governatore della Banca d’Italia (1960-1975), integrati da quelli tenuti alle celebrazioni delle Giornate del risparmio. Compaiono nel volume anche le tre relazioni tenute alle assemblee dell’Abi negli anni 1990, 1991 e 1992, periodo in cui fu Ministro del Tesoro. Attraverso le riflessioni di Carli, focalizzate su questioni creditizie nel periodo in cui fu Governatore, riaffiorano alcuni momenti cruciali del boom economico.
All’inizio degli anni Sessanta, ad esempio, Carli invitava le banche a conciliare ‘in ogni circostanza’ l’attività di adeguato sostegno a un’economia in espansione con la tutela della propria solidità patrimoniale e dei depositanti. Gli interventi alle assemblee dell’Abi tra il 1990 e il 1992, incentrati su temi di politica economica e monetaria, si collocano in una cruciale fase di impegno pubblico di Guido Carli, che da Ministro del Tesoro servì la Repubblica in un triennio fondamentale per la realizzazione della riforma del settore creditizio e finanziario, culminata nel Testo unico bancario del 1993, e nel quale vennero poste le basi dell’adesione dell’Italia all’Unione europea, sancita dal Trattato siglato a Maastricht nel febbraio 1992 e del quale Carli fu, per l’Italia, il principale artefice.
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Nella stessa intervista a RAI News, Calabro’ sostiene che, se l’economia italiana rallenta, cio’ non dipende dalle regole di Maastricht, ma dal fatto che la produttivita’ e’ stagnante da anni, che il bilancio pubblico e’ fuori parametri e fuori regola, i deficit si accumulano, l’avanzo primario dimunuisce e non son fatti adeguati investimenti per la struttura produttiva.
Mentre, sulla questione dell’Unione Bancaria Europea, ed in particolare sul “bail in”, il salvataggio interno delle banche in difficolta’, Antonio Patuelli afferma che occorre modificare e correggere questa regola, profondamente errata, che finisce per assimilare i risparmi, assistiti dalla tutela costituzionale prevista dall’art. 47 della nostra Costituzione, agli investimenti a rischio.
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– l’intervista di Rai News Achille Colombo Clerici e Marco Mirabile della Rai.