Siamo stati contattati dalla signora Maria Cloe Mazza, contitolare del bar gelateria pasticceria Cloe Cafè in via Garibaldi a Cuggiono, che ci ha raccontato la sua storia di esercente:”sono 4 anni che ho rilevato l’attività della ex pasticceria e trasformata in un bar. Abbiamo rinnovato completamente i locali, con un nuovo arredo e mantenuto lo spazio esterno, delimitato da vasi in pietra, per posizionare i tavolini nella bella stagione, come da 40 anni aveva fatto la precedente pasticceria. Paghiamo regolarmente l’occupazione del suolo pubblico e abbiamo cercato da subito di incrementare la nostra attività e di attirare clientela giovane, creando, una-due volte al mese serate con la musica e a volte con djset. I primi tempi dell’attività ospitavamo anche una serata di karaoke, ma poi, dopo le proteste di due condomini, vi abbiamo rinunciato”.
Poi Cloe Mazza continua raccontando che l’anno scorso sono iniziati i problemi: “il Comune non mi voleva dare l’autorizzazione al posizionamento dei tavolini esterni, adducendo che era un problema della provincia, io mi sono rivolta a Città Metropolitana (ndr. la Provincia è stata sostituita da Città Metropolitana) e ho scoperto che invece dovevo rivolgermi al Comune, per cui ad ottobre ho chiesto all’amministrazione comunale e a Città Metropolitana di poter posizionare all’esterno del bar, una struttura dehor chiusa, dove ospitare i tavolini, per ovviare al problema della propagazione del suono all’esterno. Sono venuti a fare un sopralluogo quelli di CM e non solo mi hanno negato il permesso alla struttura, ma hanno deciso che devo togliere anche i vasi con le piante, che ci sono da sempre, prima ancora del Cloe Cafè e non posso più mettere neache i tavolini – e, amareggiata, conclude dicendo – se quest’anno non potrò più usare lo spazio esterno, con tutti i giovani clienti che vengono, soprattutto la sera nel mio locale, prevedo una grossa perdita di fatturato e questo vuol dire che, non potendo coprire i costi dell’attività con meno della metà del fatturato, sarò costratta a chiudere”.
Noi di CAM abbiamo provato a contattare il vicesindaco Vener, per sapere la versione del Comune, ma al telefono, appena ha sentito di che si trattava, ha addotto un problema urgente di lavoro ed ha chiuso la chiamata.
Ci chiediamo quale problema sia sorto, dopo 4 anni, perchè le istituzioni ( Comune, Città Metropolitana, Polizia Locale) si accaniscano all’improvviso contro l’attività di un bar che, in un paese che non offre nulla ai giovani, fa da punto di riferimento e di aggregazione per tanti giovani cuggionesi.