Oggi è il 25 aprile. Un’amica ci ha inviato un PDF QUADERNI DI FOSSOLI Ada Michlstaedter Marchesini Con l’animo sospeso- Lettere dal campo di Fossoli invitandoci ad andare a leggere on-line. Si tratta di un buon libro, curato magistralmente da Dino Renato Nardelli, edito dal centrostudifossoli.org. Sono le lettere che di Ada Michlstaedter Marchesini scrisse dal campo di Fossoli al marito, nel periodo 27 aprile-31 luglio 1944, prima di essere trasferita a Auchwitz. Una di queste lettere riguarda il primo trenta ottenuto dal figlio Fabio al Politecnico di Milano nel maggio 1941:
“Fabio mio che bel sospiro di sollievo questa mattina e che buon giorno mi hai dato!! Sei stato assai assai bravo e pensare che vieni dal classico tu!! Che cosa avresti potuto fare se avessi frequentato il scientifico poi!”
Saputo della prigionia della madre, Fabio Marchesini, figlio di ebrei, decise di andare a combattere con i partigiani inValsesia. L’avevamo incontrato qualche anno fa, quando eravamo intenti a realizzare il libro ‘Su quella che fu la Resistenza’, nei territori dove primeggiava la brigata partigiana ‘Pizio Greta’, aiutati nella ricostruzione dal cavalier Antonio Maiocchi (Massiccio). Avevamo pubblicato la foto del ‘matrimonio garibaldino’ tra Fabio e Milly, una bella immagine che ci aveva dato Massiccio…
Con l’appellativo di ‘Graziano’, Fabio divenne Commissario Politico della brigata, responsabile della disciplina, del morale e del comportamento di centinaia di garibaldini. Il battesimo del fuoco, gli scontri e, infine, l’ingresso trionfale a Novara il 30 aprile 1945 a fianco di Andrei, il comandante della brigata. Sappiamo che, dopo la Liberazione, Andrei si mise a studiare, laureandosi, ed occupò posti importanti. Invece, la sfortunata vicenda umana del valoroso Fabio, l’abbiamo scoperta leggendo il libro citato. Diventato ingegnere elettrotecnico, fu assunto dalla Edison azienda leader nella produzione di energia elettrica nel nostro territorio e non è escluso che abbia attraversato le nostre contrade. Purtroppo, nel 1953, in un incidente sul lavoro, perse la vita.