Quest’anno è il cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e in tutta Italia fioriscono iniziative culturali di vario genere per celebrare il genio leonardesco. Leonardo da Vinci ha trascorso a Milano i suoi anni più fecondi di artista eclettico: dal 1482 al 1499 per quasi diciotto anni alla corte di Ludovico il Moro.
A Magenta, venerdì 18 è stata inaugurata la mostra ” Le tre rane di Leonardo”, presso la Biblioteca comunale O.Fallaci, che rimarrà aperta fino al 31 maggio, in orario della biblioteca e che presenta un Leonardo da Vinci inusuale.
L’idea della mostra è di Luisella Versetti, che col suo gruppo Librando e Bevendo, in collaborazione con le operatrici della Biblioteca hanno allestito una mostra su un aspetto della vita dell’eclettico vinciano sconosciuto ai più: Leonardo esperto di cucina o, come si dice oggi, chef.
Attraverso un percorso che si richiama spesso al famoso Codice Atlantico vinciano, una copia del quale è consultabile durante la visita e in biblioteca, scopriamo che il giovane Leonardo, quando era ragazzo di bottega dal Verrocchio, lavorò prima come cameriere, poi come capo cuoco alla Taverna delle tre lumache sul Ponte Vecchio a Firenze. Leonardo chef inventa cibi e bevande e si dedica anche a quello che oggi chiamiamo l’impiattamento, cioè l’arte di disporre i cibi per attrarre il commensale: insomma, alla luce di queste rivelazioni, pare che Gualtiero Marchesi, riconosciuto ideatore della Nouvelle Cousine, non abbia inventato nulla di nuovo. Tuttavia i clienti della Taverna non gradirono le innovazioni culinarie, ma soprattutto le porzioni ridotte servite dall’innovativo chef e Leonardo dovette fuggire, dedicando poi il suo genio culinario alle preparazioni e agli allestimenti delle spettacolari feste che organizzò per gli Sforza, delle quali si occupava nei minimi particolari ( proverbiale fu quella del banchetto di nozze tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella D’Aragona).
Alla inaugurazione della mostra “Le tre rane di Leonardo” la sindaca Chiara Calati, l’assessore Luca Aloi e la storica dell’arte Simona Gelmetti, con Luisella Versetti e un gruppo di Librando e Bevendo.
Simona Gelmetti, storica dell’arte e guida turistica a Milano, ha fatto un bell’escursus su elementi salienti della vita artistica del genio e la sindaca Calati ha ricordato che l’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative celebrative che l’Amministrazione ha già in programma e nella campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura, Il maggio dei libri , campagna che si avvale, oltre che della collaborazione di partner istituzionali (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Unione delle Province d’Italia, Associazione Nazionale Comuni Italiani), di tutti i soggetti strategici impegnati nella promozione della lettura (Associazione Italiana Editori, Associazione Librai Italiani, Associazione Italiana Biblioteche) e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
Tra le tante invenzioni del Genio, Aquarosa è una delle più originali: si tratta di una bevanda afrodisiaca la cui ricetta è contenuta nel Codice Atlantico conservato a Milano nella Biblioteca ambrosiana: prevede l’uso di estratto di rosa, zucchero limone e poco alcool. Questa deliziosa bevanda è stata ripresa da Veronica Palmese titolare della pasticceria Pastiss di Magenta, che l’ha realizzata usando i petali delle rose del suo giardino e servita insieme a una selezione di dolcetti di pastafrolla, come buffet d’inaugurazione.
Veronica del Pastiss ha anche realizzato con la pastafrolla due macchine leonardesche per la produzione di corde e un pannello che riproduce studi geometrici del Codice Atlantico.