Riceviamo e pubblichiamo:
“Per Progetto Magenta Piazza Liberazione deve essere libera, o meglio liberata, dalle auto”, afferma Silvia Minardi di Progetto Magenta. “Le affermazioni che il Sindaco Calati e il suo vice mi hanno attribuito nel corso della conferenza stampa del 5 giugno denotano una preoccupante incapacità di ascoltare e di capire non solo i cittadini a cui noi abbiamo dato spazio con le nostre iniziative, ma anche la voce e la posizione di una forza di opposizione”.
Lunedì 3 giugno Progetto Magenta aveva fatto parlare due storici
commercianti di Magenta che lamentavano proprio di non riuscire a farsi ascoltare dall’amministrazione Calati. Tra le proposte fatte in quella occasione vi era la richiesta di uno dei commercianti di riaprire Piazza Liberazione al
traffico veicolare.
“A differenza del sindaco Calati e del vice-sindaco che, dopo che la proposta di riaprire la piazza era stata avanzata da alcuni commercianti aveva addirittura lanciato un sondaggio via social denotando assoluta mancanza di idee, noi di Progetto Magenta sappiamo bene cosa fare e lo abbiamo scritto, nero su bianco, sul nostro programma amministrativo: Piazza Liberazione deve essere libera dalle auto per tornare ad essere, o per diventare finalmente, il ‘salotto dei magentini’, vero luogo di incontri e di socializzazione. La sosta nel centro storico dovrà essere opportunamente disciplinata con l’adozione di regole effettivamente applicabili: ad esempio, la ZTL deve tornare ad essere una vera ZTL, zona a traffico limitato, dove non è consentita la sosta di lunga durata.
A tale proposito Progetto Magenta ha istituito un gruppo di lavoro formato da esperti oltre che da cittadini di Magenta: lo studio della documentazione in corso permetterà a Progetto Magenta di “presentare delle proposte all’attuale amministrazione che vanno esattamente nella logica di quanto previsto dagli impegni che ci eravamo presi con la città in occasione delle amministrative del 2017”.
“Spiace notare la strumentalizzazione inutile di alcune dichiarazioni che sono da attribuire alle persone che le hanno rilasciate e non a Progetto Magenta che, a differenza di questa amministrazione, sta in mezzo alla gente, sa ascoltare le persone e ne raccoglie le preoccupazioni”, conclude Silvia Minardi.