Dal 5 al 7 giugno si è tenuto a Milano l’11° edizione di ICAR, la conferenza italiana su AIDS e ricerca antivirale (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research). Oltre 1200 presenze tra specialisti e “community” con il coinvolgimento degli studenti per una grande occasione di confronto, conoscenza, sensibilizzazione. Congresso, presieduto dai professori Antonella Castagna, Antonella d’Arminio Monforte, Massimo Puoti e Giuliano Rizzardini, svoltosi presso l’Università degli Studi di Milano è stat un’occasione per presentare le novità sulla ricerca sull’HIV e fare il punto sulla situazione in Italia, per quanto riguarda il virus e la sieropositivià.
I DATI IN ITALIA
In Italia l’infezione da HIV non cala: 3.443 nuove diagnosi registrate nel 2017 (dati COA, Centro Operativo AIDS), pari al 5,7 nuovi casi ogni 100mila residenti, con un andamento pressoché stabile dal 2015.
L’incidenza maggiore di infezione è nella fascia di età 25-29 anni. La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84,3% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,8%; uomini con uomini 38,5%), mentre i consumatori di sostanze rappresentano il 3% dei casi. Milano è sicuramente una delle città più colpite, con 430 nuove diagnosi nel 2018 (dati di ATS Milano). I nuovi soggetti affetti da HIV sono per l’88% maschi, 42% non italiani, il 66% dei maschi ha acquisito l’infezione per rapporti con maschi. Inoltre, diverse diagnosi arrivano dopo molto tempo che il soggetto ha contratto il virus, tanto che in circa nel 10% dei casi l’HIV è già progredito in AIDS.
Inoltre, sempre nel 2018 sempre nella città di Milano sono state segnalate 446 diagnosi di sifilide, 409 di gonorrea e 220 di clamidia, tutte patologie che sicuramente sono più diffuse e la cui diagnosi non viene sempre riportata.
E’ grave il fatto che circa la metà delle persone arrivi tardivamente alla diagnosi e in fase clinica avanzata. Cambia anche la fotografia della popolazione con HIV oggi: si tratta soprattutto di persone tra i 40 e i 50 anni, trattate con le terapie più innovative, ma gravate dalle comorbidità infettive quali le malattie epatiche da HCV e HBV nonché comorbidità associate ad un invecchiamento prematuro, quali le malattie cardiovascolari, l’insufficienza renale, i deficit neurocognitivi.
Sabato 1 giugno e nei giorni del Congresso è stato possibile effettuare gratuitamente il test rapido per HIV e HCV in Piazza Santa Francesca Romana e all’Università degli Studi di Milano, presso il Cortile d’Onore: tantissimi hanno colto questa occasione, soprattutto giovani.
NOVITA’ DELLA RICERCA
Il prof Andrea Antinori, dello studio Partner ha annunciato:”Le nuove terapie per contrastare l’AIDS stanno mutando drasticamente le caratteristiche del contagio. Chi fa un uso corretto e regolare delle cure antiretrovirali necessarie, infatti, ha un rischio di trasmettere l’infezione da HIV pari a zero”.
E la prof.ss Antonella D’Arminio Monforte, uno dei quattro Presidenti del Congresso ha detto: “Possiamo pertanto affermare che chi è HIV positivo, ma prende regolarmente la terapia e ha una viremia stabilmente soppressa può avere rapporti sessuali non protetti, sia eterosessuali che omosessuali, con partner sieronegativo, senza avere alcun rischio di infettarlo. Questa notizia è direi rivoluzionaria perché le persone sieropositive in cura non sono più fonte di contagio e possono affrontare più serenamente la comunicazione della loro sieropositività con il proprio partner sessuale”
Nonostante la portata rivoluzionaria di questo studio, le precauzioni, prima tra tutte l’uso del profilattico rimangono uno strumento imprescindibile per ridurre il rischio di trasmissione di HIV e di altre malattie sessualmente trasmissibili con un partner che non si conosce.
Il vero problema dunque non sono i soggetti con infezione da HIV in terapia (oltre 100mila in Italia), bensì il cosiddetto “sommerso”, ossia coloro che sono infetti dal virus ma non ne sono consapevoli. Un numero di soggetti che nel nostro paese si stima che ammonti a circa 15mila persone: costoro, oltre a essere un problema per se stessi, in quanto non diagnosticati e non in trattamento progrediscono verso la malattia, e sono un problema per la società, in quanto potenziale fonte inconsapevole di trasmissione.
IL CONTEST ARTISTICO E I PREMI AI GIOVANI RICERCATORI ITALIANI
Durante la tre giorni ICAR si è rinnovato l’appuntamento con “RaccontART”, il contest artistico che ha coinvolto trecento studenti delle scuole superiori. Questi hanno prodotto 148 opere artistiche per raccontare il loro punto di vista su HIV/AIDS e sulle IST attraverso diversi linguaggi espressivi (video e altre espressioni artistiche multimediali, disegno o pittura, fotografia, fashion design…).
Confermato anche l’importante appuntamento degli “ICAR-CROI Awards”, assegnati, come da tradizione, ai migliori contributi dei giovani ricercatori italiani che hanno meritato di presentare i propri lavori al Congresso CROI di Seattle.
La grande partecipazione dei giovani ricercatori e della Community delle Associazioni Pazienti è testimoniata dai numerosi contributi pervenuti: oltre 300 abstract selezionati per comunicazioni orali, poster discussion e poster exhibition.
LA CORSA PER MILANO
L’11° Congresso Nazionale ICAR, in collaborazione con la Comunità dei Pazienti e con il Patrocinio del Comune di Milano, ha organizzato infine la ICAR Run, una gara podistica non competitiva, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione, che si è svolta il 6 giugno, partendo dal cortile dell’Università.