Una serata unica nell’ ambito delle manifestazioni per il 500enario leonardesco, nella splendida cornice di Villa Annoni e in una serata di luna piena (meteo permettendo), sabato 15 alle ore 21.
Leonardo, Leopardi e la Luna: un lungo viaggio fra arte, poesia e scienza, cui quest’anno rimandano due momenti esemplari, per non parlare dei cinquant’anni da quando, all’alba del 21 luglio 1969, sulla Luna abbiamo messo il piede.
Cinque secoli fa, il 2 maggio 1519, moriva in Francia Leonardo da Vinci, a sessantasette anni. E con la Luna aveva avuto non poco a che fare.
Suo, ad esempio, il primo disegno che la riguarda (1510, Codice Leicester) e sua l’identificazione della cosiddetta luce cinerea, quando, a cavallo del novilunio, oltre alla sottile falce splendente, si scorge l’altra parte della Luna, tenuamente illuminata in grigio-cenere da raggi solari non diretti ma riflessi dalla Terra. Dal che l’usuale accostamento al famoso sfumato dei dipinti.
La luna densa/ Egra densa egrave/Come sta la lu/na. Del frammento a matita (Ms K, f. 1 recto) Luigi Ferrario (in Leonardo da Vinci. Nulla è la luna, La Memoria del Mondo, Magenta 2013) ha svelato l’anagramma in lingua d’epoca del Leonardo provetto enigmista di corte: “Nulla dasse [da sé] genera nulla cosa da me va generata”, a fondere poesia e dichiarazione d’intenti.
O mia diletta luna, invocherà Giacomo Leopardi che a Recanati, tre secoli dopo e due fa, nel 1819, abbandona temporaneamente le settecentesche Canzoni politiche e apre con L’infinito e Alla luna l’intimismo lirico degli Idilli. Un infinito che non indaga come Leonardo, ma da cui si lascia avvolgere nello spazio e nel tempo.
E la Luna gli è compagna fedele, confidente e specchio che coglie e riflette la dimensione esistenziale. Un ininterrotto e silente notturno romantico che culminerà anche qui, dopo un decennio, con un interrogativo. Che fai tu luna, in ciel? Dimmi, che fai,/ Silenziosa luna?
A parlare di queste tre “L” e del loro rapportarsi, la sera del 15 giugno 2019 in Villa Annoni a Cuggiono, reduce dalle celebrazioni leonardesche, verrà da Firenze, dove vive e insegna da sempre, lo storico dell’arte Corrado Marsan, che, guarda il caso, è però nato ad Ancona, un tiro di schioppo da Recanati.
Sigla l’incontro, con puntuale ed evocativo riferimento al tema, Lavinia Pizzo al pianoforte.
L’evento è organizzato dall’ Ecoistituto della Valle del Ticino in collaborazione con: Lions Club Satellite Naviglio Grande, Civico Museo Storico cuggionese, Gruppo Artistico l’Occhio e le Guide Culturali Locali, con il patrocino del Comune di Cuggiono.
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