Riposa in Pace Luigi, fino a che avrò vita resterai nei miei ricordi. Ci ho pensato a lungo se scrivere questo articolo di commiato, ma noi siamo anche il frutto di chi ci ha formato, e nella mia formazione ci sei anche tu, Luigi, e voglio scriverti un ricordo. Ero solo un bambino, allora il Sabato si faceva il pane doppio e ti serviva un garzone per consegnarlo, così Tu e tua moglie Renata, chiedeste a mia madre se avrei potuto darvi una mano nelle consegne. Per me era più un gioco che un lavoro, anche se, pur giovanissimo, mi sentivo investito di una grande responsabilità. Le consegne erano da fare precise e puntuali e tu Luigi non derogavi alla mia giovane età, ma oggi, penso sia stato giusto così: era un’ educazione spartana e anche quel periodo è servito a costruire l’uomo che sono oggi .
Negli anni a venire, ad ogni nostro incontro casuale per il paese, mi ricordavi di quella volta che, per fare il “bullo” con i miei amici, feci una bravata durante le consegne, cadendo rovinosamente dalla bicicletta e distruggendo due intere ceste di pane. Mi feci seriamente male, ciononostante le presi da mio padre e tu, che dovesti riaccendere il forno per rifare il pane distrutto, mi obbligasti, sebbene “incerottato”, a finire le consegne. In quel momento non ho vissi bene quell’imposizione, ma oggi capisco che l’insegnamento era: non importa cosa combini, non importa come stai, quello che hai iniziato, lo devi finire.
Luigi, mi hai solo preceduto, continua a fare il pane lassù, prepara la Graziella con le due ceste; quando arriverò, e prima o poi arrivo, il pane che sfornerai lassù te lo consegno io, preocupas no!
Giuro non faccio più lo scemo scavalcando muri con la bicicletta.
R.I.P. Luigi