Forse più conosciuta come la madre di Chiara Ferragni, una delle influencer più importanti della nostra società, Marina Di Guardo è, in arte, una scrittrice. E come tale ha qualcosa da dire.
Ieri, a Villa Gromo-Ternengo, è andata in scena la presentazione di “La memoria dei corpi”, sua ultima fatica editoriale pubblicata da Mondadori.
Una presentazione tenutasi in occasione dell’evento culturale “Antichi sapori sotto le stelle”, che ha coinvolto personaggi e produttori d’eccellenza provenienti da svariati settori. Quello enogastronomico, rappresentato dalle cantine più rinomate d’Italia e dalle etichette culinarie simbolo della tipicità locale quale è, fra le tante, quella a marchio Parco Ticino; quello musicale, con lo special guest Fabio Perversi, leader del gruppo dei Matia Bazar; quello giuridico, con la presenza degli avvocati penalisti Lorenzo Nicolò Meazza e Daniele Galoppa; quello del sociale, con la psicoterapeuta e criminologa Dott.ssa Mio Lì Chiung.
Molto di più che una presentazione, verrebbe da dire. Infatti, grazie anche alla moderatrice Gaia Grassi, giornalista collaboratrice di Donna Moderna e co-fondatrice di BonnePresse, il libro della Di Guardo si è mostrato culturalmente trasversale, toccando discipline scientifiche e tematiche quotidiane differenti, ma comunque appartenenti alla nostra società.
A dimostrazione del fatto che noi siamo ciò che leggiamo, ma che scriviamo ciò che siamo, anche questa volta l’autrice non ha mancato nel conferire al suo scritto il senso della femminilità (si parla di sparizioni di donne), sintomo della natura matriarcale che è propria della sua famiglia di origine.
Quest’ultima, infatti, per l’autrice rappresenta il punto di origine della sua vita da donna e da mamma, quindi il punto di vista della sua vita da scrittrice. “E’ vero, il mio modo di raccontare è abbastanza femminile” , afferma l’autrice. “Noi donne vogliamo scavare, andare a fondo, cercare nei meandri più nascosti. E in effetti, è il mio modo di scrivere”.
“Ma poi – continua sempre l’autrice– vado anche a ritroso, cerco di capire perché i miei personaggi hanno fatto queste scelte di vita”. Da qui l’autrice ricorre al tema delle origini di ognuno di noi, facendo leva sull’importanza della genitorialità e sottolineando i suoi aspetti positivi e negativi che può avere sul percorso di crescita di un figlio: “La famiglia è il nucelo da dove noi partiamo. Tutti noi abbiamo avuto due genitori che ci hanno dato un certo tipo di vissuto. La famiglia è un qualcosa che ci può mettere le ali e farci volare altissimo, oppure farci scivolare nel più profondo degli abissi. Tutto quello che noi vivremo dai primi istanti ci infuenzerà”.
Ma la famiglia non è la sola cosa di cui l’autrice si serve per costruire i personaggi Per giungere a quel “profondo”, “oltre alla psiche” – afferma l’autrice – “amo descrivere anche il paesaggio e tanti altri fattori in modo minuzioso, discostandomi dal classico splatter. Il libro non ti deve rilassare, ma anche coinvolgere. Per questo punto a creare e descrivere delle atmosfere inquietanti”.
E in effetti, è bastata una lettura interpretativa ad opera di attori professionisti di alcune parti del libro per capire il senso di inquietudine voluto dall’autrice.
Al termine della presentazione, l’attenzione si è spostata allo scambio di opinioni dove tutti gli invitati, accompagnati da musica di sottofondo e da un ricco buffet di prodotti enogastronomici, hanno potuto conoscersi e confrontarsi con gli ospiti d’eccezione.