Giorno di riposo per i corridori alla Grande Boucle: si è conclusa, infatti, la prima, intensa, settimana di corsa che ha regalato parecchi colpi di scena e verdetti molto chiari in ottica delle due settimane rimanenti. La squadra sicuramente più in forma è la Jumbo-Visma, che ha all’attivo quattro vittorie grazie alle volate vincenti di Teunissen, Groenewegen e Van Aert e il successo nella cronosquadre nella seconda tappa. Benissimo anche la Deceuninck-Quick-Step con i trionfi di Viviani e Alaphilippe, in maglia gialla, e la Bora Hansgrohe con Peter Sagan, detentore della maglia verde.
Andiamo, però, all’analisi dei singoli contendenti alla gloria:
UP
Julian Alaphilippe: il migliore tra i big, maglia gialla, sebbene l’uomo designato dalla Quick-Step per la CG, in principio, fosse Enric Mas. Il francese si è preso la leadership nella terza tappa, l’ha persa nella frazione de La Planche des Belles Filles a favore di Giulio Ciccone, per poi riconquistarla nell’ottava tappa con un’azione delle sue, coadiuvato da Thibaut Pinot. Il Moschettiere, dunque, è pronto ad infiammare e far sognare il pubblico francese.
Geraint Thomas: è venuto per difendere il titolo dell’edizione scorsa e, quanto pare, sembra che abbia le gambe per ripetersi. In crescendo nel primo arrivo in salita, nel posto giusto al momento in cui si è creato il ventaglio che ha creato parecchi disagi ad alcuni uomini di classifica. Inoltre, il gallese può contare come sempre su un organico che ha tutte le caratteristiche per sostenerlo al meglio: la sfida è aperta, Geraint è pronto.
Thibaut Pinot: è vero che ha perso terreno utile nello sparpaglio della frazione di ieri, ma Thibaut si è mostrato in ottima forma e molto attivo; in salita può esprimere tutte le sue doti di scalatore, sostenuto anche da un ottimo gregario come David Gaudu, giovane da tenere d’occhio considerando le prestazioni che può offrire quando la strada si impenna.
Giulio Ciccone: ha fatto sognare l’Italia con la grinta, la tenacia e la forza volontà che mette ogni qualvolta sale in sella alla bicicletta. L’abruzzese può essere la mina vagante di questo Tour, pronto a far saltare di gioia l’Italia intera a colpi di pedale. Quando le salite si faranno veramente aspre, Giulio troverà il pane per i suoi denti.
Nairo Quintana e Adam Yates: fino ad ora molto silenziosi e nascosti. I due, tuttavia, non hanno perso particolare terreno e sono chiamati ad attaccare sulle impervie pendenze che il percorso offre nelle prossime frazioni. Il colombiano è in cerca di riscatto dopo alcuni Tour sottotono, mentre il britannico deve compiere il definitivo salto di qualità.
DOWN
Romain Bardet: Deludente. Giunto a questa Grande Boucle come l’uomo che poteva regalare delle grandi gioie al pubblico di casa, patisce quando la gara si fa dura e non è mai brillante nelle scelte. Il suo distacco, tuttavia, non lo esclude completamente dai giochi, anche se deve invertire completamente la rotta.
Richie Porte: l’australiano è parso spento e non lucido quando la posta in palio si fa alta. Anche lui ha a disposizione una squadra molto valida, la quale può dargli una grossa mano sulle Alpi e sui Pirenei, ma la condizione deve ancora arrivare del tutto. Il tempo c’è, spetta a Richie sfruttarlo come si deve.
Vincenzo Nibali e Fabio Aru: era già noto alla vigilia che i due non fossero al top. Lo Squalo dello Stretto cede molto spesso a livello psicologico, oltre che fisico, mentre il Cavaliere dei Quattro Mori prova a rimanere con i favoriti, ma la gamba non gira. I due corridori azzurri, però, potranno conquistare qualche vittoria di tappa, regalando soddisfazioni al popolo ciclistico italiano.