Dalla bacheca della sua pagina facebook istituzionale, la sindaca di Magenta Chiara Calati, più volte evocata da semplici cittadine/i e politici della città, rompe finalmente il silenzio e fa sapere la sua opinione sulla vicenda Palmieri-Bastianello.
Tutti si aspettavano un comunicato ufficiale, da Sindaca, che stigmatizzasse la vicenda, magari un pizzico di solidarietà femminile verso una cittadina attaccata nel modo sessista più becero e, visto il ruolo ricoperto da Calati, che rappresenta tutta la cittadinanza, un esplicito messaggio di solidarietà a nome di Magenta, unito all’invito a tutte le parti politiche a non strumentalizzare la vicenda.
Invece la nostra Sindaca non entra neanche nel merito della vicenda, ma approfitta dell’occasione per riportare l’attenzione su di sè, raccontando di come spesso è stata oggetto di battute sul suo fisico. Ci dispiace e sappiamo bene come si sia sentita ogni volta. Forse però Calati vive in un mondo parallelo, perchè non sa che succede a tutte le donne, ma proprio a tutte, anche a quelle non “belle e intelligenti”. Ma le battute sul fisico, pur maschiliste e riprovevoli, sono ben diverse dall’augurare a una donna di essere infibulata, perchè l’infibulazione attiene alla sfera più intima di una donna, alla sua identità di genere e ai suoi diritti di essere umano. Infibulazione è come una castrazione a vita, che impedisce a chi la subisce di provare piacere nei rapporti sessuali, la riduce a mero oggetto nelle mani di un uomo, un buco di carne di proprietà del suo signore e condanna la donna infibulata a sofferenze fisiche continue e, nei casi più gravi, a infezioni e setticemie che possono portare alla morte. Quanto alla cultura sessista che circonda tutte e che è frutto di secoli di maschilismo e considerazione delle donne come solo corpi da usare per il piacere dell’uomo e come incubatrici per la maternità, la Sindaca non ne fa cenno, ma parla di “pulizia del linguaggio”, perdendo un’altra occasione per rimanere ancorata al tema e affermare che il linguaggio sessista è oggi il peggior tipo di linguaggio ed è inammissibile.
Quanto alla “solidarietà femminile” di cui si dice disturbata, ritenedola “finta ipocrisia”, ci regala una perla del maschilismo di tutti i tempi, che evidentemente ha fatto sua:”Le peggiori nemiche delle donne sono le donne”.
Forse Chiara Calati vive davvero in un mondo parallelo, perchè come donna, e soprattutto come Sindaca, non sa cosa succede intorno a lei, non legge i giornali, nè le agenzie di stampa, è circondata da consigliori che non le raccontano i numeri dei femminicidi, degli stupri, delle molestie sul lavoro, di tutte le disparità di genere che ogni anno aumentano in Italia. Solo così si spiega la mancanza di attenzione a problemi che oggi sono gravi, ma che aumenteranno in futuro, se anche gli amministratori locali non capiranno che la violenza sulle donne ( che ha forme molteplici, tra cui anche l’hate speech) è soprattutto un fenomeno culturale, ben radicato nell’italianità e per scofiggerlo bisogna attaccare il problema su più fronti, ma partendo dalla base: dall’educazione dei giovani e delle giovani, in famiglia, a scuola e in tutti i luoghi pubblici della Comunità. Le donne non sono esseri deboli, signora Sindaca, quando hanno avuto la fortuna di nascere e vivere in un ambiente rispettoso della loro identità e delle loro scelte e hanno avuto le opportunità di studio e carriera che sono date agli uomini, di vivere in una società paritaria. Se parla con le operatrici del Centro Antiviolenza di Magenta le racconteranno tante storie che contraddicono le sue certezze sul mondo femminile.
Mi ripeto e non è un refuso: il sessismo e le disparità di genere sono un fenomeno a base culturale. Continuando a far finta di niente, a minimizzare, ad accettare battutacce e barzellette, cartelloni pubblicitari e trasmissioni televisive in cui la donna è messa in vetrina, le si dice come deve stare, vestire, parlare, pensare e…..pesare, questa cultura prenderà il sopravvento e lentamente si tornerà all’ottocento, dove di sindache non ce n’erano, perchè le donne non potevano votare, nè ricoprire cariche pubbliche.
Questo è il post di Chiara Calati sulla sua pagina ufficiale facebook:
“Donne, sessismo e linguaggio. Come ho più volte avuto modo di dire, a mio avviso in Italia siamo indietro anni luce rispetto alla considerazione nei confronti delle donne. Gli attacchi sessisti si sprecano e risultano tanto più violenti quanto più una donna è bella e intelligente. Personalmente, anche e non solo per le mie forme, ho perso il conto dei commenti, delle battute e degli attacchi sessisti, ora e anche prima di essere Sindaco. Non mi metterò nemmeno a contare quelli futuri. Con questo credo che noi donne sappiamo perfettamente da sole come reagire e siamo in grado di valutare se e come procedere con azioni legali. Mi disturba un certo pensiero per cui la donna, povero essere fragile, abbia sempre bisogno di qualcuno che la difenda. Mi disturba anche la finta ipocrisia della solidarietà femminile. Noi donne sappiamo benissimo che le peggiori nemiche delle donne sono le donne stesse, come sappiamo altrettanto coalizzarci e vivere amicizie profonde e sincere tra noi. Infine noto sempre più spesso che chi parla di donne sono gli uomini e non le donne stesse, che fino a prova del contrario sono quelle più titolate a farlo. Da Sindaco dico che il linguaggio violento non mi appartiene, ma purtroppo leggo molte espressioni violente o irrispettose, tra politici e tra cittadini, a tutti i livelli relativamente ai più svariati temi. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e del linguaggio che usa. Condivido totalmente una riflessione fatta dal professor Marco Vitale in occasione di un congresso a cui ho avuto il piacere di invitarlo qualche anno fa, dove disse che in questo Paese non c’è niente di cui aver bisogno più che della pulizia. In particolar modo della pulizia del linguaggio. A questo faccio appello e spero che tutti possano vivere una vita più vera e meno social.”