TURBIGO – E’ tradizione quella di ritrovarsi, una volta all’anno, al Centro Ricreativo De Cristoforis-Gray per il pranzo di ferragosto. Quest’anno, insieme agli uomini che una volta erano giovani e alle tante donne vedove, c’era anche una bustocca che parlava bene il dialetto turbighese. Cosa sempre più rara.
Si chiama Nives, classe 1939, ha abitato fino a 21 anni in Via Volta, ci siamo trovati insieme al tavolo e siamo entrati subito in sintonia. Anche perché con le gambe sotto il tavolo si chiacchiera volentieri, aiutati da uno stimolante d’eccezione: il ‘Lambrusco’. L’interesse di noi che scriviamo è scaturito dal fatto che – amanti della storia locale – ci siamo accorti che la signora era stata testimone di alcuni eventi ‘storici’ dei quali non ci sono ancora certezze. Avendo vissuto da bambina gli anni di guerra, accanto a quella che fu la sede del Comando tedesco (oggi residenza Barozza-Vezzani), ha potuto vedere ‘de visu’ cos’è successo e lo ha raccontato con la memoria degli anziani che ricorda meglio il passato remoto che quello prossimo. Inoltre, dai ricordi di Nives abbiamo avuto la certezza che, all’interno della casa Gualdoni-Barozza, c’era la Mensa Ufficiali, notizia questa che ci ha rammentato un’altra storia turbighese che raccontiamo in nota (1).
RICORDO 1 – “Ero amica della Giulia, una delle figlie dei Barozza, con la quale frequentavo le elementari ed avevo la possibilità di andare e venire dall’abitazione occupata dai tedeschi. La signora Dirce era molto gentile e andava a trovarla quotidianamente, anche per ritirare la cena che gentilmente gli ufficiali ci mettevano a disposizione”.
Nives ha continuato raccontando l’addio con i ragazzi tedeschi, tutti molto giovani che piansero quando – nella notte del 25 aprile 1945 – dovettero lasciare Turbigo su un camion. Non prima però di aver gettato tutto quanto avevano nelle loro stanze dalle finestre al primo piano (materassi, coperte, scarpe…) a tutto vantaggio di chi li avrebbe raccolti.
RICORDO 2 – Nel 1960, poco prima che Nives si sposasse con un tecnico di Busto Arsizio (ricevendo un costoso servizio d’argento dalla signora Dirce Gualdoni che ricorda con grande affetto), al tempo in cui erano in corso i lavori di rifacimento del pavimento della chiesa sussidiaria, ebbe l’opportunità di visitare – con la pila in mano, accompagnata dalla sua amica del cuore – i sepolcri dei frati agostiniani scalzi che si trovano nei sotterranei della chiesa, seduti su alti scranni o adagiati al suolo ancora ricoperti dal saio. Ha avuto anche la possibilità di entrare nel famoso cunicolo che portava nascostamente all’esterno: la via di fuga per uscire dal convento in caso di necessità!
121 ABITI DA SPOSA – La signora, nella sua vita, ha progettato e cucito 121 abiti da sposa, l’ultimo per sua nuora. Una donna serena, con ancora tanta voglia di stare al mondo, che mostra con orgoglio le foto dei suoi nipotini che tiene nella borsetta (hanno gli stessi occhi celesti del nonno che non c’è più, ma la razza non mente!) e quella del figlio che ha una bella moglie e una grande fabbrica nel comasco.
FOTO Le due sorelle Piantanida: Nives è a destra
NOTA 1 – Successe che, un certo Gualtiero, un figlio senza padre, che venne a Turbigo una ventina di anni fa a cercare memoria di sua madre, che aveva servito alla Mensa Ufficiali tedesca nel 1942 ed era rimasta incinta.
Milanese di 60 anni (classe 1942), rovistando tra vecchie carte ingiallite della madre appena defunta, trovò il suo libretto di lavoro dal quale risultava che, all’inizio del ’42, aveva servito nella Mensa Ufficiali tedesca di Turbigo, E lui, orfano di padre e tenuto all’oscuro della storia giovanile della madre, nacque il sacro furore della ricerca delle origini. Prese il treno delle Ferrovie Nord e giunse in paese. Chiedeva alla gente che incontrava per strada dove fosse la Mensa Ufficiali tedesca durante la guerra. Nessuno lo sapeva più. Lo incontrammo e ci mostrò una foto nella quale aveva pochi mesi in braccio alla balia, Maria Bottiani di Turbigo che allora abitava in Via Fredda, 21 a Turbigo. Dalle necessarie ricerche d’archivio risultò che i tedeschi avevano occupato delle abitazioni turbighesi sin dall’inizio del ’42: il Castello, la villa Gualdoni-Vezzani, ma non c’erano certezze dove fosse la la Mensa Ufficiali.