BORSANO DI BUSTO ARSIZIO – Domenica 10 novembre 2019, alle ore 15, nel teatro Aurora di Borsano, in via San Pietro, durante la manifestazione che celebrerà i trent’anni di attività del “CAV – Centro di Aiuto alla Vita” di Busto Arsizio sarà presentato il libro Anna e Gio di Laura Vignati e Mario Colombo, Freeman Editrice
SINTESI DEL LIBRO – Il libro racconta la vita di due coniugi, Anna Puricelli e Giovanni Rimoldi, dall’infanzia all’adolescenza, al mondo del lavoro e al loro impegno cittadino. Per ricostruire la loro storia, gli autori si sono serviti di interviste, ricerche d’archivio, lettere e libri scritti dagli stessi protagonisti. Un lavoro durato tre anni.
Perché scrivere un libro su Anna e Giovanni?
Ci sono motivazioni oggettive e soggettive. Si tratta di due persone straordinarie, docenti (lei di lettere alle medie, lui di storia e filosofia al liceo scientifico) che non si limitarono al ‘semplice’ insegnamento, ma andarono oltre, come ricordano gli studenti. “Professori molto appassionati non solo del loro lavoro, ma della vita. Padroneggiavano valori forti, li vivevano, li mettevano in pratica e ce li trasmettevano. Hanno insegnato a impossessarci di un metodo, ad acquistare un pensiero critico, a non accettare tutto così com’è, ma ad addentrarci nell’essenza della realtà. Insomma, ci abituavano a riflettere. Persone che sono riuscite ad andare oltre la loro professione, trasmettendo dei valori: l’amore per la vita, la difesa della vita. E lo hanno fatto coinvolgendo i ragazzi in corsi di bioetica (come la mostra curata da loro e dai soci del CAV ‘Un grande sì alla vita’). Prof che hanno dato tanto a tutti. Persone trasparenti, umane, serie, critiche, sempre aperte al confronto. Non hanno mai imposto il loro pensiero. Le lezioni erano sempre arricchite da qualcosa che andava oltre il semplice contenuto, si perfezionavano con lezioni di vita, di attualità. Insomma quei professori che uno porta nel cuore. Di questi prof è rimasto soprattutto questo: l’essere così attaccati alla vita, amare la vita, vivere la vita nella sua pienezza e bellezza”.
Dopo la perdita della tanto desiderata e attesa figlioletta Maria Gabriella, si impegnarono assiduamente nel CAV e nell’associazione ‘Famiglie in cammino’. Sulla vicenda della loro figlia scrissero a quattro mani un libro dal titolo Cento giorni nell’eternità. Alla ricerca del senso della vita e curarono l’allestimento di una mostra Un grande sì alla vita, portata anche in Croazia e tradotta nella lingua locale, e da cui è stato tratto l’omonimo libro. Il CAV ha quindi deciso di intitolare ai due coniugi la sede bustocca.
Il prof. Rimoldi si impegnò anche assiduamente nel quartiere di Borsano, fondando il Gruppo di Ricerche Storiche, da cui nacquero tre libri sulla storia del paese e dei suoi feudatari: Borsano, il millennio di una comunità, La colomba e il giglio e Il fascino oscuro dell’onore. Inoltre dimostrò una particolare attenzione alle opere d’arte di Borsano, impegnandosi nel restauro di quadri e della chiesetta settecentesca di S. Antonio di Padova.
Giovanni diede il suo contributo al Comitato Inceneritore e Ambiente e, con Anna, al Gruppo Missionario della parrocchia (con aiuti nel Malawi, Camerun, Guinea Bissau, Brasile, Argentina…, raccogliendo dal 1989 al 2008 oltre 325mila euro).
Dopo essersi trasferiti a Busto, in via Buonarroti, Anna e Giovanni si impegnarono nella parrocchia di San Giovanni.
Così Giovanni, diventato una sorta di ‘testimonial’ di Borsano e di tutta la città, nel 2017 è stato insignito del titolo di “Bustocco ad honorem”, unico a riceverlo alla memoria.
Giovanni scrisse anche un libro, rimasto inedito, sulla storia del santuario di Maria Regina della Palestina di Deir Rafat (Terrasanta) e, dopo la morte della moglie, iniziò un romanzo autobiografico, arrestandosi al secondo capitolo.
Motivazioni soggettive
Purtroppo i nostri protagonisti nel corso della loro non lunga esistenza hanno conosciuto momenti molto difficili: un figlio desiderato e atteso per quindici anni, una bimba che viene alla luce pochi giorni prima di Natale, ma con gravi malformazioni che le fanno assaporare la vita per soli cento giorni, la malattia cardiaca di Giovanni, poi il male incurabile di Anna e infine l’intervento chirurgico fatale per Giovanni. Eppure, nonostante tutto, si sono stretti sempre più, hanno combattuto fino all’ultimo istante di vita, l’uno accanto all’altra, con una fede incrollabile, armati per difendere sempre il valore della vita. E nel libro l’obiettivo è proprio quello di dimostrare come Anna e Giovanni abbiano sempre vissuto da veri testimoni del Vangelo, valorizzando i loro talenti cristiani, umani e morali. E sono proprio queste qualità che affiorano nelle numerose lettere che i due coniugi si sono scritti: non passava un Natale senza che Giovanni lasciasse accanto al presepe una lettera d’amore per la sua Anna. Così nel libro un posto rilevante hanno i loro toccanti scritti, intrisi di sentimenti, amore e dedizione: lettere d’amore per un alto sentimento che non ha mai dato segno di cedimenti, lettere di speranza e incoraggiamento per un figlio che non arriva e per combattere una malattia che non concede tregua, lettere di sprone per amici straziati dalla perdita di un figlio, lettere di sollecitazione nei momenti di crisi, lettere di esortazione e incitamento ad andare avanti, nonostante tutto, sempre.
Poi nel testo non mancano le testimonianze di chi li ha conosciuti: amici, fratelli. sorelle, nipoti, colleghi di lavoro, studenti, soci delle associazioni da loro frequentate e sostenute come gli amici del Comitato Inceneritore, del CAV e di “Famiglie in cammino”. Belle foto, soprattutto “storiche”, corredano il testo.
Una chicca storico-letteraria: scoperto il compagno citato da Ungaretti in Veglia.
Tutti ricorderanno la poesia Veglia scritta da Ungaretti ai piedi del Monte San Michele. Secondo una ricerca storica, riportata nel libro, il compagno massacrato, il soldato sconosciuto che gli giace accanto con la bocca “digrignata volta al plenilunio”, durante notte in cui il poeta scrive “lettere piene d’amore” e si sente più che mai “attaccato alla vita”, sembra essere un trovatello preso in affidamento e allevato da un trisavolo di Anna Puricelli.
Al libro è stato concesso il patrocinio “Città di Busto Arsizio”
Note biografiche essenziali
Giovanni Rimoldi, nato a Cislago nel 1948, consegue la maturità classica al Liceo Parini di Milano e si laurea in Storia e Filosofia nel 1973 all’Università Cattolica di Milano e in Psicologia nel 1976 all’Università Statale di Padova.
Anna Marinella Puricelli nasce nel 1952 a Borsano (dove è più nota col secondo nome), ottiene il diploma magistrale nel 1970 all’Istituto Manzoni di Varese e si laurea in Lettere nel 1980 all’Università Cattolica di Milano.
Si sposano a Borsano nel 1973; il 22 dicembre 1995 nasce la primogenita Maria Gabriella, che muore dopo cento giorni, il 1° aprile seguente.
Anna muore in casa a Busto Arsizio il 25 febbraio 2015; Giovanni a Milano, nella Clinica San Raffaele, l’11 aprile 2016, anniversario del suo Battesimo.
Gli autori
Laura Vignati è docente di lettere e latino al Liceo Scientifico “Arturo Tosi” di Busto Arsizio, dove insegnò a lungo Giovanni Rimoldi. Laureata con lode in Materie Letterarie e in Lettere Moderne (indirizzo Comunicazioni Sociali), è giornalista pubblicista e scrive sul quotidiano La Prealpina e su riviste culturali. Appassionata di storia dell’arte e di teatro, ha scritto un libro sulla Storia delle filodrammatiche e un testo sulla pittura, dal titolo L’estro armonico.
Mario Colombo è un imprenditore con la passione per la storia di Borsano, alla quale si è dedicato dopo l’incontro con Giovanni Rimoldi, quando nacque il Gruppo Ricerche Storiche di Borsano. Ha collaborato con Giovanni con lo studio dei registri parrocchiali, permettendogli di inserire nelle sue narrazioni personaggi realmente esistiti e le loro vicende famigliari. Contribuisce alla conoscenza, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Borsano con conferenze, articoli, promozione di restauri.
Per informazioni:
Mario Colombo, e-mail: mario.colombo@euroincis.com