TURBIGO – Carlo Giudici ha realizzato un modello in scala della ‘Corte Bussola’ (demolita nel 2002) basandosi sui disegni del Catasto, ma anche attraverso le poche fotografie che è riuscito a recuperare degli interni. Siamo andati a trovarlo nella sua casa di Via Montessori e siamo rimasti meravigliati del suo lavoro da ‘certosino’. Ha ricostruito per filo e per segno (c’è anche la mitica bottega dello Zarin, con appoggiate al muro alcune biciclette!) quella che fu la una ‘Corte’ di antica memoria e tradizione, essendo già presente sulla prima carta geografica del paese della fine del Cinquecento.
Per chi è nato a Turbigo questa Corte (adiacente alla ‘Curt Fabbrica’) ha rappresentato un punto di riferimento, una sorta di ‘centro commerciale’ ante litteram: c’era il Panificio Mereghetti (la cui figlia fu una delle prime hostess dell’Alitalia), la sede del Daziere, ma anche quella della Banca Popolare di Novara… Eppoi, girando attorno al fabbricato, si trovava il già detto negozio dello ‘Zarin’ (Luigi Giudici, classe 1919), inondato di biciclette da riparare, animato da una grande passione per il calcio (era stato un campione della U.S.T. del secondo dopoguerra), che comprava la ‘Gazzetta’ tutti i giorni!
E’ nei ‘luoghi’, più ancora che nelle persone, che si condensa la storia di una comunità e le opere di Carlo Giudici, insieme a quelle realizzate negli anni scorsi, fissano nel mondo impalpabile della memoria la vita passata di tanti turbighesi.
FOTO Carlo Giudici (classe1939) accanto alla sua opera e la demolizione della ‘Casa Bussola’ avvenuta nell’agosto 2002