Guardare le polemiche sterili che alcuni personaggi magentini fanno solo, secondo me, per ottenere visibilità mediatica, dal punto in cui mi trovo, mi fa’ semplicemente sorridere. Ci sono, realmente, problemi più importanti dell’asfaltatura di un via, ma… cosi non si fa per un attimo di visibilità.
In un articolo di Ticino Notizie, Bigogno dichiara sui lavori di via Garibaldi a Magenta: “Una scelta frettolosa che però rischia seriamente di rovinare una delle strade storiche della nostra città” e sottolinea “Non possiamo accettare il fatto che il porfido venga sostituito con il bitume. Questa è una via che ospita caseggiati storici, da qui gli Americani hanno fatto l’ingresso a Magenta alla fine della Seconda Guerra Mondiale, togliere il porfido significa strappare un pezzo della nostra cultura, visto che si tratta di materiale tipicamente lombardo”.
Mi sto domandando il perchè sia andato a tirare in ballo l’ingresso degli americani?
A questo punto serve un pò di storia sul Porfido:
Il porfido nell’antichità
Sicuramente già utilizzato dagli Etruschi (per la costruzione di altiforni) e dai Romani, il porfido grazie alle sue caratteristiche ebbe ampio utilizzo sia nell’arte sia in opere edili (come del resto anche oggi).
In particolare i Romani chiamavano “porfido” (lapis porphyrites) una particolare varietà proveniente dall’Egitto, dopo la conquista di Augusto, del 31 a.C., da cave di proprietà imperiale sul Mons Porphyrites o Mons Igneus, un massiccio montuoso oggi chiamato Gebel Dokhan situato ad ovest di Hurghada, nel deserto orientale egiziano. Si tratta di un materiale estremamente duro e difficile da lavorare, già utilizzato dai sovrani egiziani ed estremamente apprezzato, per il suo acceso colore rosso, associato alla dignità imperiale. Il porfido era quindi usato per opere destinate all’imperatore e alla ristretta cerchia della sua famiglia. Dal V secolo il suo colore rosso venne assimilato al culto del corpo di Cristo, riservandone l’uso all’onore dei soli imperatori, secondo una tradizione che si mantenne nell’Impero bizantino e che poi venne emulata anche da altri regni europei. Per esempio nella basilica di Santa Sofia a Costantinopoli la posizione dell’imperatore alle funzioni è segnalata da un disco rosso di porfido, anche nella Basilica di San Pietro in Vaticano, sul pavimento all’inizio della navata centrale, è visibile il disco di porfido rosso (la cosiddetta Rota Porphyretica) originariamente ai piedi dell’altare dell’antica basilica costantiniana (Antica basilica di San Pietro in Vaticano), sul quale Carlo Magno si inginocchiò per ricevere dal papa la corona imperiale. Sempre in porfido sono i sarcofagi della madre di Costantino I (sant’Elena) e di Federico II, posto nella cattedrale di Palermo.
Fatta un pò di storia del Porfido, ricordiamo all’ex amico Bigogno, che per una visibilità maggiore sul web, basterebbe che decida di farsi un corsa nudo in via Roma, filmando il tutto e logicamente pubblicarlo sui vari social.
La fortuna che ho in questo periodo, stazionare in un posto privilegiato, pieno di sofferenza, mi fa capire che le cose importanti sono altre.
Come dice un comico famoso “Bigogno, più fatti e meno pugnette!” e lo dico a tutti, politici di destra e sinistra.
BUON AVVENTO!