MILANO – “Non c’è un solo mercato immobiliare a Milano, c’è una pluralità di mercati, ciascuno con le sue logiche e le sue regole. Se ci riferiamo ai 13 miliardi che, secondo previsioni, nei prossimi 10 anni verranno investiti nelle costruzioni da operatori prevalentemente stranieri, si tratta di operazioni che puntano prevalentemente all’aspetto dell’ investimento: sia per nuove opere, sia per ristrutturazioni di pregio.”
Così Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, ha esordito alla tavola rotonda del convegno “Rinnovare il moderno tra committenza, impresa e progettazione” organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano. Tra gli intervenuti Bruno Finzi, presidente Ordine degli Ingegneri della provincia di Milano, Maila Addabbo di Milanosport s.p.a., e Cecilia Hugony, consigliere di Assimpredil Ance. Il tema è stato introdotto dagli architetti Maurizio Carones e Vito Redaelli.
Colombo Clerici ha proseguito: “Nonostante le apparenze, il sistema Italia è affidabile per la sostanziale stabilità sociale, per la cultura omogena, per la lingua unica, per la religione prevalente: non siamo il Paese delle rivoluzioni. Ma se Milano risente del beneficio della globalizzazione il sistema Italia, pur nella sua stabilità, presenta criticità quali burocrazia opprimente, giustizia lenta, infrastrutture carenti. Ciò ha come riflesso un rallentamento della crescita economica che ci vede agli ultimi posti tra i Paesi avanzati.”
Sulla rigenerazione urbana ha elogiato la formula della premialità adottata dalla Regione Lombardia, concludendo con una domanda che è anche un appello: “C’è ancora una architettura interprete della cultura del popolo italiano o siamo costretti ad importare una cultura architettonica aliena dalla nostra, e che viene realizzata in ambiti di citta’ nei quali chi ci vive rischia di sentirsi estraniato ?”
Accolto senza riserve l’appello al sostegno di una generazione di architetti vicini alla nostra cultura, sulla rigenerazione si è aperto un ampio dibattito: professionisti e imprese milanesi lavorano a pieno ritmo tanto che sono stati azzerati gli sconti. Gli interventi di ristrutturazione, pur dovendo vagliare l’opportunità tra operare sull’esistente oppure abbattere e ricostruire – è enorme la quantità di edifici di scarsa qualità costruiti negli anni del boom per rispondere alle esigenze abitative – rappresentano il 74% degli investimenti in edilizia con un importo pari a 15 miliardi di euro, l’1% del Pil. La complessità degli interventi per il sopravvenire di sempre nuove norme tecniche e finanziarie sta emarginando le piccole imprese di costruzione, finora asse portante del settore. Altra conseguenza: sovente i costi di progettazione sono quasi pari a quelli dei lavori.
In apertura è stato presentato dall’arch. Ruggero Tropeano un esempio di gestione di un processo complesso tra committenza, impresa e progettazione: il Museum fur gestaltung, Zurigo (Adolf Steger e Karl Egender), esempio del ‘Bauhaus in Svizzera’, che lo scorso anno ha riaperto i battenti, dopo tre anni di lavori e 17 milioni di frSv. di spesa: intervento più significativo, l’eliminazione di un soffitto intermedio che dagli anni ’70 aveva dimezzato in altezza la grande sala delle esposizioni che oggi si ripresenta con maestosa sacralità, simile a una basilica a tre navate.
Foto: Maila Addabbo, Bruno Finzi, Achille Colombo Clerici, Cecilia Hugony, Ruggero Tropeano, Maurizio Carones, Vito Redaelli