A cinquant’anni dalla “strage di stato“, di fronte ad una verità emersa sul piano storico, ma mai fino in fondo sancita su quello giudiziario, si pone la necessità di riannodare i fili della memoria per far capire, specie ai più giovani, cosa accadde davvero e quale eredità quelle vicende consegnano al presente.
Lo indica con chiarezza l’esperienza del giudice Guido Salvini che negli anni Novanta aveva condotto le indagini poi confluite nel terzo processo per la strage – chiusosi però nel 2005 da una sentenza della Cassazione che, pur riconoscendo la responsabilità dei militanti veneti di Ordine Nuovo, assolse anche gli ultimi imputati
In La maledizione di Piazza Fontana (Chiarelettere, pp. 614, euro 22) Guido Salvini spiega come “ci sono storie che non si staccano, che ti seguono ovunque e non ti lasciano più”.
Dopo la sentenza della Cassazione, il giudice ha continuato il suo lavoro di ricerca, «da cittadino e studioso», fino ad affermare che «se un nuovo processo venisse celebrato oggi, sommando quello che è emerso in tutti i processi e gli elementi contenuti in questo libro, i responsabili della strage avrebbero tutti o quasi un nome».
Venerdì 20 dicembre ore 21 – Le Radici e la Ali – Via San Rocco 48 – Cuggiono
L’incontro è organizzato da Ecoistituto, ANPI, ACLI.
ANPI Inveruno e Cuggiono
Sezione Martino Barni