Anche quest’anno l’IIS Inveruno ha voluto celebrare la Giornata della Memoria con un momento di incontro e di riflessione sul dramma dell’Olocausto. Il tutto si è svolto giovedì 29 gennaio, presso il Teatro Brera di Inveruno, ed ha visto protagonisti gli studenti dei vari indirizzi, che si sono cimentati in una vera e propria rappresentazione teatrale, guidati dalla prof.ssa Valentina La Gala, autrice dei testi messi in scena, e dalle prof.sse Ilaria Guglielmetti e Elisabetta Garagiola . “La memoria rende liberi – Voci della Shoa” – questo il titolo dello spettacolo – ha portato in scena, per circa un’ora e mezza, dialoghi, monologhi, danze ed immagini, che hanno rievocato il più orribile ed efferato crimine di cui la storia dell’umanità si sia mai macchiata, sottolineando il fatto che “ricordare” le vittime della Shoa è una necessità dell’anima, è un dovere civico e morale per tutti ed è compito di tutti fare in modo che quella pagina di storia non cada nell’oblio.
L’IIS Inveruno ha presentato al Teatro Brera “La memoria rende liberi – Voci della Shoa”
Francesco Maria Bienati
Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ha fatto finora, seguendo quello che la vita gli offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che l'ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendosi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare il mondo che c’era una parte di mondo che soffriva. Cosi, da appassionato fotoamatore diventa Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell'imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.