Giornata del Ricordo. Difficile trovare qualcosa che emozioni un vecchio cronista. Una lettera, però, su ‘Il Giornale’ di oggi, ricorda la figura e l’opera di una maestra, Maria Pasquinelli, che non tollerò la sottrazione di terre italiane (Istria e la Dalmazia) dopo la seconda guerra mondiale e uccise il generale, Robert De Winton, che aveva l’unica colpa, in quel momento, di essere il rappresentante degli Alleati. L’arrestarono e, in tasca, aveva una lettera:
“Mi ribello con il fermo proposito di colpire a morte chi ha la sventura di rappresentare i Quattro Grandi, i quali nella Conferenza di Parigi, in oltraggio ai sensi di giustizia, di umanità e di saggezza politica, hanno deciso di strappare ancora una volta dal grembo materno le terre più sacre all’Italia, condannando le nostre genti INDOMABILMENTE ITALIANE ad un destino senza scampo (foibe, deportazioni, esilio)”.
C’è di buono che il ‘Dizionario biografico degli Italiani’ la ricorda bene e ne tratteggia la vita che si è conclusa da poco, a cento anni compiuti (1913-2013), per cui non deve essere stata attanagliata dal rimorso. Il fatto, poi, che fu Cesare Merzagora, in qualità di vicario del Presidente della Repubblica, a liberarla dalla prigione, vuol dire.