Riceviamo e Pubblichiamo
Il Sindaco Perletti ha annunciato la prossima costruzione di una Casetta dell’Acqua nel nostro Comune.
Ma perché lo fa, visto che ormai in alcuni Comuni le stanno togliendo?
Forse vale la pena di fare un po’ di informazione….
- Il progetto regionale di dotare i Comuni di Casette dell’Acqua risale al 2012. Era essenzialmente volto alla valorizzazione dell’utilizzo dell’Acqua di Rete, buona, controllata e anche ecologica dal momento che il suo utilizzo riduce il ricorso all’acqua nelle bottiglie di plastica. (Ogni bottiglia di plastica risparmiata sono grammi di CO2 non immessi nell’atmosfera). Nella ATS Città Metropolitana di Milano l’acqua che fuoriesce dalle casette dell’acqua può essere refrigerata o gassata, ma non subisce alcun trattamento di depurazione. L’acqua dei “chioschi” o Casette dell’Acqua è uguale all’acqua dell’acquedotto che arriva al contatore di casa.
Questo testo è direttamente desunto da un documento di ATS Milano che si trova in rete: https://www.atsmilano.it/Portale/Portals/0/AtsMilano_Documenti/CONSIGLI%20PER%20L%27ACQUA%20POTABILE_1471b7ba-b5d7-42fe-a7f4-1fb1355bc9a3.pdf
- Utilizzare la Casetta dell’Acqua richiede una corretta informazione per la salute dei cittadini: la potabilità dell’acqua del rubinetto è garantita. Lo è dalla società che la eroga e lo è, soprattutto, da Asl e Arpa, che eseguono controlli frequenti e molto rigidi. Le Casette dell’Acqua vengono sottoposte a manutenzione una volta all’anno, ma soltanto dalla società che le gestisce. Imbottigliare e conservare acqua richiede che durante tutto il processo non siano presenti batteri.
Significa che la bottiglia che si andrà a riempire deve essere sterile, che quando si svita il tappo le mani debbono essere pulite come quelle di un chirurgo che si accinge a fare un’operazione a cuore aperto, cosa assolutamente impossibile perchè su una “mano-tipo” sono presenti ben 150 varietà diverse di batteri. - La Casetta dell’Acqua rappresenta un costo inutile per tutti i cittadini.
Citiamo direttamente da www.iorisparmioenergia.com per alcune utili informazioni:
“Anche se l’introduzione delle casette dell’acqua sembra avere solo lati positivi, ci sono però alcuni aspetti delle case dell’acqua alla spina che non convincono:
- i finanziamenti pubblici: L’Istituto Bruno Leoni segnala che la regione Lombardia ha stanziato nel 2012 circa 8oo mila euro per la realizzazione di questo tipo di distributori di acqua (ma ormai questi soldi sono finiti!). In questa regione, le case dell’acqua sono gestite da quattro società pubbliche – Cap Holding, Ianomi, Tam e Tasm – che operano nel settore della depurazione delle acque e gestiscono le reti idriche dei comuni in provincia di Milano, Lodi e Pavia. “La casa dell’acqua”, commenta Carlo Stagnaro, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, ‘‘è un’iniziativa commerciale in quanto si entra in un nuovo business, facendo concorrenza all’acqua minerale”, ossia quella in bottiglia.
- i costi delle casette dell’acqua (circa 20 mila euro l’una) ricadono quindi sulle bollette idriche comunali. Quindi i costi sono spalmati anche su coloro che scelgono altre forme di fornitura idrica come la bottiglia di vetro con vuoto a rendere o semplicemente l’acqua del rubinetto;
- non possono essere considerate un servizio pubblico essenziale, dato che la stessa acqua che da esse viene somministrata finisce già sulle case di tutti i residenti, attraverso i rubinetti della cucina;
Già alla vigilia delle scorse elezioni avevo fatto notare che la costruzione di una Casetta dell’Acqua, proposta da Cuggiono Democratica, era un intervento ben poco sostanziale rispetto ad un progetto di corretto smaltimento della plastica rivolto alla cittadinanza e ad una maggiore attenzione ai controlli periodici del gestore della Rete Idrica.
Trovo che la costruzione di una Casetta dell’Acqua nel nostro Comune nel 2020
- denoti scarsa informazione ed attenzione agli investimenti da parte dell’Amministrazione, che a sua volta comunica erronei vantaggi alla popolazione, soprattutto alle fasce meno informate;
- trasmette una percezione deformata della realtà: l’acqua della Casetta è esattamente la stessa della rete idrica. Inoltre, l’Amministrazione non ha informato la cittadinanza che i costi di gestione ed approvvigionamento saranno a carico della comunità, perché la Società Cap Holding è una Società commerciale, non una Onlus, e i fondi regionali per questo progetto sono finiti ormai da tantissimo tempo.
Ancora una volta, la fantasia supera la realtà. Come nella favola di Pinocchio, c’è ancora chi vuol farci credere che piantando delle monete crescano gli alberi….
Claudia L. Pallanca