Riassunto delle puntate precedenti: La morte dei colleghi che avevano partecipato alla missione in Marocco dell’Enel (1975-1985), dell’impegno preso a raccontarla abbiamo detto.
Nelle precedenti puntate abbiamo già visto quale fu il contributo che il Gruppo degli Espatriati diedero all’avviamento della centrale termica di Mohammedia, avvenuto quarant’anni fa. Abbiamo già conosciuto alcuni dei protagonisti, ma tanti altri erano parte del cerchio magico. Ne elenchiamo altri:
PORRO era un vecchio ‘turnista’ che una volta andato in pensione aveva pensato bene di continuare a lavorare all’estero, perché si guadagnava bene. Sposato con una maestra il suo problema più grosso era quello di limitare il numero delle Marlboro;
ZAVA, dottore in chimica, passava le ore al suo tavolo leggendo di tutto, interessandosi di tutto, non facendo niente. Al mattino, latte con due cucchiai di crusca che si era portato dall’Italia; a mezzogiorno, pasta in bianco con burro e grana, seguita dalla bistecca cotta in un tegamino senza condimenti e, alla sera, uova. L’unica verdura che allietava i suoi pasti erano i pomodori, solamente se lavati da lui stesso! Aveva lavorato in Brasile e in Francia e si era occupato di polimeri per tutta la vita;
DOSSE originario di Lovere, gran lavoratore, siamo andati insieme a mangiare una pizza a Casablanca, al ristorante ‘Lombardia’. Per arrivarci abbiamo percorso la piazza delle ‘Nations Unies’ sulla Via Hassan II, dov’era posto il monumento al colonnello Lautye, che aveva governato il Marocco durante il protettorato francese non lasciando un bel ricordo. ‘Casa’ era grande, moderna, cosmopolita, fashion, diversa dalla capitale Rabat dove la cultura pesava di più;
BERTA un romano scaltro, di origine emiliana. Er cetriolo va sempre in culo all’ortolano era il suo motto, per cui cercava solamente di tirare a campare, facendo il meno possibile nel campo ‘elettrico’ di sua competenza, convinto che nessuno se ne sarebbe accorto Aveva diviso gli uomini in due categorie: ‘mettinculi’- ‘piglianculi’ e si alzava la criniera quando asseriva di far parte della prima categoria;
BRESSA parlava della Snia Viscosa e del suo paese Torviscosa nato dalle bonifiche e cresciuto negli Anni Sessanta. Poi la crisi, la concorrenza di Montefibre (Montedison), la vendita degli immobili, tra cui una grande azienda agricola. L’azienda aveva delle centrali idroelettriche collegate alla rete Enel nelle quali Bressa aveva imparato il mestiere …
DOSSE mi disse un giorno che, avendo percorso il mondo in lungo e in largo e imparato diverse lingue in ‘full immersion’, dovendo tornare in Italia, non sapeva più dove andare ed aveva dimenticato anche il dialetto…
LAGO. Una sera raccontò le sue vicissitudini. Lavorava nel garage di suo padre a Genova. Aveva conosciuto la moglie che, nata in tempo di guerra, era stata allevata dai nonni sulle montagne del Trentino. La sposò, per la sua grande capacità di amore e dedizione, ma presto la fiamma si spene e cercò altre relazioni sessuali fino a quando, dopo l’assunzione Enel, partì per il Marocco con la moglie. Qui una giovane bonne lo irretì al punto da dormire in tre nel letto. Si stufò presto anche della bonne, non prima di aver pagato una montagna di dollari alla famiglia per il matrimonio mussulmano riparatore…
Due foto di Rabat degli Anni Ottanta