Non ne possono più i commercianti. Non parliamo, in questo caso, di provvedimenti anti diffusione del contagio Covid – 19, ma delle bande di minorenni che imperversano soprattutto in orario serale combinando danni e disturbando la quiete pubblica. Non ce la fanno più al punto che alcuni hanno deciso di abbassare le serrande anticipatamente per evitare problemi. Poche sere fa alcuni teppisti, tutti minorenni, hanno cominciato a litigare nei pressi del distributore delle bevande di via IV Giugno costringendo i carabinieri ad intervenire con una pattuglia della stazione di Magenta e con il radiomobile di Abbiategrasso. Sono stati identificati a fatica perché molti di loro volevano addirittura rifiutarsi di dichiarare le generalità o di mostrare i documenti ai militari. Nei giardini di Casa Giacobbe sono evidenti i segni del passaggio dei teppisti. Lungo la strada sono stati notati diversi sassi che sembravano pronti per essere lanciati contro qualcosa. Notati dai cittadini sono stati opportunamente spostati. Insomma, c’è preoccupazione per questi ragazzi che stanno impedendo alla gente onesta di lavorare in una situazione già critica e difficoltosa. “Si tratta di giovanissimi allo sbando che non hanno nulla da fare – commentava un cittadino – annoiati all’inverosimile si sfogano combinando guai”. In questi giorni di chiusura delle scuole li si vede anche al pomeriggio sulle panchine. Indifferenti al mondo che li circonda, ai problemi dei commercianti e sicuri di non temere conseguenze perché nessuno può toccarli. Hanno la legge dalla loro parte e lo sanno.
Bande di minorenni pericolosi e nullafacenti in giro per Magenta, molti commercianti chiudono prima per colpa loro
Francesco Maria Bienati
Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ha fatto finora, seguendo quello che la vita gli offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che l'ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendosi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare il mondo che c’era una parte di mondo che soffriva. Cosi, da appassionato fotoamatore diventa Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell'imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.