In questi giorni da virus, in cui la morte trapela dappertutto, castigati come siamo a vivere in casa, ci è ritornata in mente una frase di Angelo Vittorio Mira Bonomi (1930-2017) con la quale si ‘prenotava’ il ricordo. ‘Ti ricorderai di me…’ ci disse nell’ultima telefonata, come se il ricordo servisse a qualcosa, quando ben sapeva, e più di altri, che tutto ciò che vive è destinato a morire, anche il ricordo.
Ricordo che, un po’ di tempo fa, ci invitò ad andare con il suo fuoristrada a Golasecca dove nel ‘73 aveva costruito una casa ‘a sua immagine e somiglianza’ (foto), all’estremità sud del ghiacciaio primordiale diceva lui… Poi siamo andati a Castelletto Ticino dove aveva diretto il museo archeologico per trent’anni e scavato l’habitat della prima Età del Ferro… Era convinto che la mitica ‘Melpum’ fosse Castelletto Ticino, anche se, in seguito, aveva allargato l’ambito comprendendo anche Pombia. Mi parlò dei significati di ‘Mel’ come di un villaggio sull’acqua, e di ‘Pum’ come di un emporio. E di Pombia come una città etrusca costruita sull’acqua e della lapide scoperta che permise di scoprire che gli Etruschi non provenivano dall’Oriente, ma che la loro lingua era un dialetto celtico, del mondo indigeno di allora, il leponzio. Ecco quello che mi è venuto in mente pensando al fantasma di Angelo Vittorio Mira Bonomi, architetto-archeologo…
FOTO Golasecca