TURBIGO – La morte di un ‘collega’ del tempo che fu ci ha ricordato un impegno assunto quarant’anni fa di raccontare una storia conservata nel mondo impalpabile della memoria. Si tratta di una missione in Marocco per conto dell’Enel-Turbigo, per assistere alla costruzione e all’avviamento di una centrale termoelettrica (1980-1985). Di questi tempi, dove la regola è ‘stare a casa’ per non facilitare l’opera del coronavirus, abbiamo avuto il tempo di continuare la storia.
VIII – Novembre 1980. Oggi è il giorno dei morti in Italia. Abbiamo acceso una candela in casa per ricordarli. Nel tardo pomeriggio siamo andati al cimitero cristiano di Mohammedia per una preghiera. Un prete, con una gamba di legno, ha recitato il Padre Nostro e l’Ave Maria in francese. Le tombe nel piccolo cimitero sono datate 1940/45, un periodo durante il quale la comunità italiana era consistente. Una lapida riporta il nome di Antonio Lombardo e di sua figlia, morta a 19 anni. Appiccicate ai muri perimetrale del cimitero… una miriade di catapecchie marocchine.
La scuola della figlia manda a casa un volantino in cui si dice: “4 Novembre 1980, Festa della Vitoria e delle Forze Armate. I genitori e gli alunni della Scuola Primaria Statale Italiana di Casablanca sono invitati a partecipare alla cerimonia commemorativa che avrà luogo con rito religioso nel cortile del Consolato Generale d’Italia”. Fa un certo effetto sentire questo richiamo di italianità.
La nostra bonne ha portato due tamburelli alle bambine. L’appartamento è fatto in modo particolare: la cucina è piccola e senza riscaldamento e rappresenta il luogo in cui normalmente vive la bonne e in tutte le stanze c’è un campanello per chiamarla in caso di necessità.
Anche il calendario marocchino registra, in questo periodo, delle solennità: la ‘Marche Verte’, il 1° Muharram 1401, primo giorno dell’anno, corrispondente al 10 novembre 1980. Un altro calendario, un altro mondo quello del mese del ramadan. L’orario di lavoro diventa continuato. I marocchini rimangono 17 ore senza mangiare, senza bere né fumare. Quando scende il sole una sirena annuncia che è arrivata l’ora di cenare. Una tradizione che prevede anche la preghiera cinque volte al giorno, ma i nostri marocchini che lavoravano sodo si dimenticavano di farla. Il mese si chiude con tre colpi di sirena che annunciano la fine del mese sacro.