L’avviso è apparso sul sito dell’RSA “Don Cuni” giovedì 2 aprile, in risposta alle voci di un’ipotetica presenza di un focolaio Covid-19 all’interno della struttura. L’azienda specifica: “Direttore Generale e Responsabile sanitario hanno disposto numerose misure”.
MAGENTA – Le voci di un possibile focolaio di Coronavirus all’interno della RSA “Don Cuni” di via Dante sono state respinte al mittente oggi dalla stessa Azienda Consortile tramite una precisa crono-ricostruzione di tutte le misure applicate in struttura, per evitare il diffondersi del virus all’interno della stessa. Il comunicato sottolinea che sono stati accertati cinque casi positivi al Covid-19, prontamente isolati. Sono stati effettuati tamponi a coloro che presentavamo sintomi compatibili al virus. Non si puó escludere peró un’estensione del contagio nel reparto dei soggetti colpiti. La direzione della struttura specifica di non aver mai valutato l’ipotesi di accogliere pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali del territorio.
IL COMUNICATO UFFICIALE: CONTROLLI SUL PERSONALE, PROTEZIONI E TAMPONI
L’RSA fa sapere in primis che le numerose misure applicate per scongiurare la nascita di un vero e proprio focolaio sono state prese dal Direttore Generale e dal Responsabile sanitario, in accordo con il Consiglio d’Amministrazione. Viene ricordato che dal 22 febbraio sono stati bloccati tutti gli accessi a chi proveniva dalla zona rossa – corrispondente allora alla zona di Codogno – e due giorni dopo – in data 24 febbraio – è stato disposto l’accesso per le visite ad un solo parente per ospite e in orari stabiliti. Gli stessi accessi di visitatori esterni sono stati definitivamente bloccati il 4 marzo. Gli ospiti comunicano con i propri cari attraverso videochiamate su Skype, piattaforme con funzioni simili a questa o tramite telefono. Il personale sanitario è stato ed è tutt’ora sottoposto alla misurazione della temperatura corporea e allontanato dai locali nel caso in cui presentasse un valore al di sopra dei 37,5°C o sintomi riconducibili a quelli del virus.
Dal comunicato, emerge anche la notizia dell’uso di mascherine FFP3 da parte degli operatori che trattavano pazienti con sintomi affini a quelli di Covid-19. Le protezioni erano presenti nella struttura già dal 31 gennaio 2020, data in cui è stata dichiarata l’emergenza nazionale. Col protrarsi dell’emergenza sono, però, sorte difficoltà nel reperire i Dispositivi di protezione individuale specifici, in particolare camici monouso. Altre difficoltà sono sorte nella procedura di reclutamento del personale dai nosocomi. Il 1 marzo, una paziente ha manifestato sintomi particolari, ed è stata trasportata al Pronto Soccorso di Magenta, dove non è stato fatto il tampone, il quale è stato, invece, eseguito e processato in data 9 marzo con esito negativo. Sono, poi, sorti cinque casi all’interno dello stesso reparto della donna con conseguente individuazione di una coorte isolata per questi. Non viene tralasciata alcuna misura di contrasto alla diffusione del virus in tale luogo. Continuano, in ogni caso, i tamponi sia su soggetti sintomatici sia sugli operatori sanitari che hanno avuto contatti con soggetti risultati positivi anche se asintomatici.
Qui il comunicato ufficiale: Comunicato della Don Cuni