Sono giorni di angoscia per le persone che hanno un proprio caro nelle Rsa.
Improvvisamente hanno dovuto interrompere ogni contatto diretto, se non delle brevi videochiamate con strumentazioni elettroniche di difficile utilizzo. Bisogna convivere con l’angoscia, altrimenti non la si può comprendere. L’altro giorno siamo stati contattati dal turbighese Anselmo Braga. Ha la mamma ultranovantenne ospite della Rsa Sant’Edoardo di Turbigo. Da quando è scoppiata l’emergenza non la vede più ed è preoccupato. Lui come tante altre famiglie che non possono entrare nella struttura da quando è scoppiata l’emergenza. “Sono riuscito a parlare con mia mamma solo due volte – ha detto – l’ultima videochiamata, tramite tablet è avvenuta lo scorso 7 aprile. Mentre la prima volta ho visto mamma in salute, nella seconda mi sono davvero preoccupato. Ho sentito di casi di positività al Covid – 19 a Turbigo, ma non riusciamo ad ottenere notizie certe”. Il Sindaco di Turbigo Christian Garavaglia si è interessato immediatamente a quanto stava accadendo nella struttura. In videoconferenza ha contattato l’Amministratore Delegato della cooperativa Nuova Assistenza che gestisce numerose residenze per anziani. I dati, purtroppo, non possono essere considerati veritieri. I casi di positività sono due. Ma si parla di casi accertati, ai quali si aggiungono due decessi di persone risultate positive al Covid – 19. L’amministratore delegato della Nuova Assistenza dottor Davide Porta spiega che “prossimamente verranno eseguiti tutti i tamponi agli ospiti che dovranno poi essere presi in carico dai laboratori dell’Humanitas”. Il secondo giro di tamponi riguarderà il personale medico, infermieristico, gli operatori socio sanitari e tutti coloro che nella struttura ci lavorano. Ma quanto tempo ci vorrà per raggiungere i risultati definitivi? “A Turbigo – spiega il dottor Porta – abbiamo attivato immediatamente tutte le procedure di sicurezza e i protocolli da seguire. Fortunatamente non siamo mai rimasti carenti per quanto riguarda i dispositivi di protezione. La struttura è stata bloccata, nessuno è potuto accedere all’interno. Siamo riusciti a mantenere dei contatti con le famiglie tramite la strumentazione, anche se a volte risulta difficoltoso. Stiamo vivendo un periodo di grande difficoltà. Quello che posso assicurare è che il personale non si è mai tirato indietro e sta continuando a dare il massimo per il bene degli ospiti”.
Inutile dire che non riuscire a vedere il proprio caro è fonte di dolore immenso.