TURBIGO – C’è qualcuno che scrisse “Se vuoi conoscere il mondo, comincia con il tuo paese”. Chi scrive ha cercato di farlo in tutte le direzioni, racimolando un sacco di informazioni che, per il fatto che il ‘futuro rimasto a disposizione è corto’, mette a disposizione di chi vorrà continuare la storia. Il tempo per fare tale travaso ci è stato messo a disposizione dal coronavirus che, castigandoci a rimanere in casa, ci ha obbligato a trovare delle soluzioni pe far passare il tempo. Per la verità questo lungo lavoro di ricerca era stato proposto – in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia – a chi poteva sostenere i costi di stampa, ma la risposta non è mai arrivata.
Il file che inauguriamo oggi, 19 aprile 2020, è quello degli Amministratori turbighesi perché siamo convinti che un paese è il frutto del pensiero e dell’azione degli amministratori che si sono succeduti nel tempo, alcuni di qualità (come l’ingegner Paolo Tatti che ha unito sapientemente – attraverso l’Allea – il Turbigh in su con il Turbigh in giò), altri molto meno ma, per quanto ne sappiamo, tutti, ma proprio tutti, hanno cercato (spesse volte non riuscendovi) di fare il bene del paese.
PRIMA DELL’UNITA’ D’ITALIA Turbigo faceva parte del Regno Lombardo-Veneto, Provincia di Milano, Distretto XIV di Cuggiono. L’ultimo Convocato generale degli Estimati si tenne alla fine del 1859. Intervennero i due deputati del paese, Francesco Bussola (che diventerà Sindaco e le cui ceneri sono depositate nel 1° campo del cimitero) e Bernardo Gatti con i seguenti ‘estimati’ (coloro che possedevano appezzamenti di terreno): Giuseppe Bonomi, Giuseppe Tizzoni, Giovanni Cavaiani, Giovanni Gualdoni, Antonio Caccia, Antonio Gualdoni.
IL PRIMO CONSIGLIO COMUNALE DEL 5 FEBBRAIO 1860:
Sindaco: GIUSEPPE DE CRISTOFORIS
Assessori effettivo e supplente: BONOMI Giuseppe; POZZI Gaetano
Consiglieri comunali:1 – LAMPUGNANI nob. Gaetano sostituito da BUSSOLA dr. Francesco; 2 – CAVAIANI Giovanni detto Pertus; 3 – CACCIA Antonio; 4 – CROCI Carlo; 5 – ASPESI Giulio; 6 – BIANCHI Ambrogio; 7– RIVA Francesco; 8 – VALENTINO Antonio; 9 – COMBI Avvocato Giacomo; 10 – MOTTA Giuseppe; 11 – CAVAIANI Vincenzo; 12 – GUALDONI Carlo.
Una delibera del 17 maggio 1860 conferma “l’impiego col salario in corso” dei seguenti dipendenti comunali:
1) Carlo Brunati (Brumati o Brumatti), medico condotto (è colui che insieme al parroco prese l’iniziativa di promuovere il passaggio al passo di Turbigo delle truppe franco-piemontesi (dal 2003 ricordato da una lapide murata in via 3 giugno 1859) che negli anni successivi sarà sostituito dai dottori Vincenzo Ferrari (1870), Eugenio De Agostini (1875), Angelo Arella (1878), Alessandro Agustoni (1883), Giuseppe Palazzi (1884), Antonio Scaccabarozzi (1885); 2) Caccia Enrichetta, levatrice; 3) Mazzoni Francesco, cursore comunale; 4) Castoldi Adolfo, pedone distrettuale; 5) Romorini Carlo, seppellitore; 6) Dameno Luigi; 7) Caccia Francesco, maestro elementare maschile (fu poi sospeso, ipso facto, dalla mansione dalla Giunta Muncipale) – provvisorio;
8) Caccia Giovanna, maestra elementare femminile; 9) Garavaglia Gaetano, sagrista, il quale lascerà l’incarico, nel 1870, a Pietro Rivolta; 10) Berra Santino, regolatore orologio comunale.
Nel dicembre del 1860, come assessore effettivo, venne nominato il dottor Francesco Bussola e come supplente fu confermato Pozzi Gaetano. Fece capolino in Consiglio anche Lampugnani nobile Gaetano.
Nei Consigli comunali che si succedettero la carica di sindaco – probabilmente per le dimissioni del De Cristoforis – fu ricoperta dall’ottobre 1862 da Gaetano Pozzi e, l’anno successivo, da Francesco Bussola (1863, 15 novembre).
FOTO Giuseppe De Cristoforis, primo sindaco dall’Unità d’Italia, volle essere sepolto a Turbigo con la moglie (1° campo)
(1 – continua)