VIII – TURBIGO. Con legge 4 febbraio 1926, n. 257 ed il R.D. 9 maggio 1926, n. 818 venne modificata la legge comunale e provinciale e prese corpo la figura del Podestà. Si chiuse (provvisoriamente, per fortuna) l’istituzione ‘Consiglio comunale’ che era stata istituita con l’Unità d’Italia. Il primo podestà turbighese fu l’ultimo sindaco uscente, fascista della prima ora, Ottavio Rivolta (1926-1931).
Con deliberazione del 19 agosto 1926, il neopodestà Ottavio Rivolta delegò Ermenegildo Carnevali fu Giuseppe, nato a Turbigo il 17 aprile 1889, alcune funzioni podestarili: Leva, anagrafe, sanità, sicurezza, servizi e lavori pubblici con facoltà di firma, anche perché lui non abitava a Turbigo.
Sarebbe stato proprio il predestinato Ermenegildo Carnevali a prendere in mano le redini del ‘Fascio’ locale dopo la morte prematura del Rivolta e avrebbe amministrato il paese dal 1931 al 1943. Poi, la sfiducia a Mussolini, la crisi del fascismo. In questo contesto il Capo della Provincia di Milano, con decreto 011/3779 del 28 agosto 1943, incaricò l’ingegnere Piero Franceschini della straordinaria gestione del Comune di Turbigo. Successivamente, il 19 aprile 1945, Giovanni Colombo prese il posto del Franceschini, per qualche giorno, prima della nomina da parte del CLN locale del ‘Sindaco della Libreazione’.
Contemporaneamente alle vicende politiche, già all’inizio del 1944 (forse anche prima) i Tedeschi erano giunti a Turbigo e avevano requisito le migliori abitazioni del paese (Archivio Comunale, cartella 21, anni 1944-47, cat. VIII, classe 5, fascicolo 2, Spese occupazione truppe tedesche). Il Comando si era insediato nell’ex Convento degli Agostiniani Scalzi (Casa Vezzani-Gualdoni di Via Volta) dov’era collocata anche la mensa e il magazzino, mentre l’ospedale era nella villa Romorini, in via dei Frati. Avevano occupato anche la Casa Bonza in piazza San Francesco (porta ancor la recinzione seguita al tempo, in quanto lì c’era la cassaforte) e la Casetta Cormani accanto alle conche della centrale idroelettrica ‘Guglielmo Castelli’ in Via Fermi. Da quel che è stato tramandato non fu una presenza violenta quella degli occupanti, al punto che alcune donzelle turbighesi subirono il ‘fascino’ degli ufficiali tedeschi. Qualche tempo fa un milanese, figlio di N.N., venne a cercarmi perché, nelle carte della mamma appena morta, aveva trovato il libretto di lavoro, dal quale risultava che la donna era rimasta incinta proprio nel periodo in cui lavorava nella mensa dei tedeschi a Turbigo. Un indizio …
FOTO Il podestà Ermenegildo Carnevali, primo a sinistra con il cappello, con alcuni maggiorenti turbighesi del tempo