Miei Cari, tutti abbiamo dei luoghi a noi molto cari. Così cari che spontanea diventa la preghiera.
Ci sono cari la nostra chiesa e il suo tabernacolo, dove sappiamo che Gesù è presente – una volta chiamato divin Prigioniero – e lì rimane, perché noi glielo abbiamo chiesto “Rimani con noi, Signore!” (Lc 24,29) e perché lui stesso lo ha promesso “Io sono con voi tutti i giorni, fi no alla fi ne del mondo” (Mt 28,20). Abbiamo sempre la possibilità di recarci in chiesa per pregare, adorare, riconoscere che lui è presente e non ci abbandona.
Ci sono care le tombe dei nostri cari: proprio sabato scorso, 25 aprile, noi sacerdoti ci siamo recati al cimitero, abbiamo celebrato l’Eucaristia e a nome vostro abbiamo visitato le tombe dei vostri cari, benedicendoli. Con questo gesto abbiamo voluto: – professare la nostra fede in Cristo, il Crocifisso Risorto, nostra speranza anche per il dopo morte: la vita non fi nisce qui, ma è destinata all’eternità; – manifestare la comunione dei santi, cioè il profondo legame tra noi, che siamo ancora in cammino, con quanti sono già arrivati e approdati al Cielo; – compiere un gesto di vicinanza, di affetto, di condivi sione con i tanti che in questi giorni, con le lacrime
e il cuore spezzato, hanno accompagnato in solitudine i loro cari al cimitero per l’ultimo saluto.
Ci è cara la nostra casa: l’ho lasciata per ultima, ma non perché sia meno importante – dove da soli (quanto ho pensato alle persone sole in questi giorni e quanto ho pregato per loro!) oppure insieme si condivide la vita, ovvero gli affetti, il lavoro, le fatiche e le sofferenze. L’abbiamo fi nalmente riscoperta come luogo di preghiera, vera e propria Chiesa domestica, come ama dire il Concilio. Accogliamo l’invito di Papa Francesco, nella sua breve lettera in occasione del Mese di Maggio, a recitare il Santo Rosario ogni giorno, almeno una decina che ci impegneremo a pregare tutti contemporaneamente alle ore 21, al suono delle nostre campane.
Ci è cara la nostra Città di Magenta con le sue frazioni di Pontevecchio e Pontenuovo: per tutti coloro che la abitano – allargando lo sguardo dalla città alla nostra Italia e al mondo intero – imploriamo sempre adoranti Gesù Crocifi sso e Risorto, vivente in mezzo a noi, invocando la materna intercessione di Maria e pregando per e con i nostri cari defunti. Così in preghiera, unanimi e concordi (cfr. At 1), attendiamo il dono dello Spirito.
don Giuseppe