TURBIGO – La recente morte di ‘Lula’, che ci aveva accompagnati negli ultimi diciotto anni, ci ha turbato in maniera tale da ripercorrere il tempo passato e ricordare i gatti che hanno frequentato la nostra abitazione e segnato il nostro giardino con la loro presenza, di giorno e di notte.
Il primo che si è infiltrato nella nostra abitazione, grazie alla promozione di una figlia, si chiamava ‘Tigre’. Eravamo all’inizio degli Anni Novanta e visse poco, un anno e mezzo. Era un gatto randagio, attraversava il paese, di notte, sui tetti, per ritornare a casa al mattino presto. Lo trovò uno stradino schiacciato da un’auto in Vicolo dello Sport.
Dopo ‘Tigre’ arrivò ‘Gray’, un gattino tigrato nero e bianco, che si era subito acclimatato nel nostro ambiente e la faceva da padrone tra attenzioni e succosi pranzetti. Visse 7-8 anni felicemente, ma poi una leucemia gli stroncò la vita. Le sue ceneri sono nel vento …
Al tempo, una colonia di randagi si era insediata sui tetti della chiesa sussidiaria. Erano quindici gatti di diversi razze e arrivarono a lambire le finestre della nostra mansarda in cerca di cibo. Fu allora che B. cominciò a dar loro dei crostini e così la tribù cominciò ad aumentare e ad assediare le nostre finestre. Per frenare il loro proliferazione B. chiamò l’Asl che fece un sopralluogo e diede le indicazioni necessarie a contenere lo sviluppo. Bisognava sterilizzarli tutti, per cui B. si accordò per portarli, pochi alla volta, all’Asl di Castano Primo per sottoporli alla castrazione, un impegno che durò alcuni mesi, ma fu risolutorio.
Di tutta la tribù che si era insediata sui tetti, facendo sentire la loro presenza specialmente di notte, una gatta, dal pelo marrone molto lungo, riuscì ad entrare in casa. Era il tempo in cui era stato eletto – tra tante speranze – il presidente del Brasile, tale Lula, e questo fatto fece sì che la gatta si chiamasse ‘Lula’. Fu sempre trattata da ‘signora’ e dalla sedia ci si alzava ogni volta che miagolava. Gli si dava la panna con un pizzico di acqua o la carne cruda che si acquistava al Conad, tagliata a spizzico, della quale lasciava sempre l’ultimo ‘ricciolo’ nel piatto. Curata e riverita dormiva con B. d’inverno in un apposito giaciglio, mentre d’estate andava a cercarsi la frescura. Non si è mai allontanata dal suo territorio e il problema più grande era quello di accudirla nei tre giorni che si andava al mare.
Negli stessi anni un’altra gattina nera, con la coda svergola, si era insediata in cascina. La chiamammo ‘Virgola’ ed era incinta. Ebbe due micetti: il primo ‘Tobia’, morì incazzato un anno dopo: ‘Ricordo il dolore e la meraviglia nei suoi occhi che mi guardavano intensamente prima che si chiudessero”. L’altro, ‘Leon’ visse una quindicina d’anni in piena libertà finché cominciò ad avere dei problemi ai denti. Il veterinario avvertì…luì continuò a mangiare fino finché un mattino, nel suo giaciglio non c’era più. ‘Virgola’ se n’era già andata qualche tempo prima, discretamente. ‘Leon’ lo trovammo sdraiato sulla terra nuda, in una stalla, in un angolo nascosto, con la bocca aperta.
‘Lula’ ci ha lasciati il 1° giugno 2020. Il Veterinario ci aveva detto che era alla fine. L’età ha le sue leggi. Oramai faceva fatica a fare le scale e dovevamo portarla in braccio…Decidemmo che era il caso che morisse come aveva sempre vissuto: da grande Signora. Due punture, la prima per addormentarla e l’altra al cuore. Raccolta in un panno bianco ricamato l’abbiamo sepolta accanto a una rosa rossa, dove amava prendere il sole…