V – Giancarlo Bonza nacque a Turbigo il 14 novembre 1922, nei locali adiacenti all’attuale palazzo De Cristoforis, allora appartenenti alla nobildonna Maria, vedova di Luigi De Cristoforis. Quest’ultimo marchese turbighese era nato a Turbigo l’11 dicembre 1860 e quivi morto l’11 marzo 1918. Aveva sposato Maria Caspani vedova Imperiali (+ 20 novembre 1941 a Turbigo) dalla quale aveva avuto due figlie: Giuseppina e Ida Antonia detta Tony nata il 13 maggio 1890 che avrebbe sposato un Gray, di una antica stirpe di avvocati-procuratori del Re.
La guerra impedì a Giancarlo Bonza di completare gli studi universitari. Dopo l’8 settembre 1943 fu preso dai tedeschi e inviato in un lager e, successivamente, in un campo di lavoro in Germania dove rimase fino alla Liberazione. La sua abitazione turbighese fu occupata dai tedeschi e completamente recintata con filo spinato (ancora oggi esistente) in quanto sede del Comando e della cassaforte.
Dopo la fine della guerra iniziò a lavorare nella conceria paterna e prese la guida della ‘fabbrica’ solamente quando il padre passò a miglior vita.
Si appassionò all’attività conciaria che sviluppò in armonia coi suoi collaboratori, insieme ai quali non disdegnava di svolgere attività manuali, sempre guidato nei suoi comportamenti da un bonario paternalismo. Uomo generoso, disponibile nei confronti del prossimo, visse con l’anziana madre e l’altrettanto anziana zia in una grande villa al centro del paese e fu sempre attento ai loro bisogni. Celibe senza figli assunse la presidenza dell’Asilo Infantile, che non mancò mai di aiutare e di risolvere i piccoli intoppi quotidiani nella vita della struttura. Membro del Rotary Club (di cui fu anche presidente) che, com’è noto, si occupa di beneficenza e di problemi sociali a livello nazionale ed internazionale, lasciò questo mondo nel 1992 rimpianto dai tanti che lo avevano conosciuto.
FOTO Il momento della premiazione di Giancarlo Bonza