riceviamo e pubblichiamo
GSA, IL TEMPO DEI PRIVILEGI E’ FINITO: AD ARCONATE NON ESISTE SOLO IL CALCIO, MA ANCHE 613 BAMBINI ISCRITTI ALLE ALTRE ASSOCIAZIONI, CHE DEVONO AVERE PARI IMPORTANZA E DIGNITA’
Dopo 4 mesi di trattativa l’associazione, da sempre ostile all’Amministrazione comunale, ha deciso di andarsene dal campo sportivo di Via delle Vittorie per motivi politici. Ma dopo aver incassato oltre 1,5 milioni di euro in 40 anni, non si potevano più tollerare privilegi e soldi a pioggia per il calcio, a discapito delle altre associazioni sportive.
Arconate, 25 luglio 2020 – Apprendiamo che il Gs Arconatese lascerà il campo sportivo di via delle Vittorie. Prendiamo atto della notizia con dispiacere ma con assoluta serenità, in quanto proprio settimana scorsa la giunta comunale aveva dimostrato di avere a cuore i giovani calciatori, decidendo di affidare gratuitamente all’associazione sportiva la gestione dello stadio per un altro anno.
L’Amministrazione non caccia nessuno, ma ha deciso di far rispettare la legge e di abolire i privilegi. Fino ad oggi, infatti, il Gsa ha ricevuto ogni anno dal Comune 40.000 euro: 12.000 sotto forma di contributo e 30.000 tramite il pagamento delle utenze dell’impianto sportivo (acqua, luce, gas). Considerato che l’associazione conta 107 iscritti, di cui 25 residenti ad Arconate, parliamo di un contributo pari a 1.481,48 euro per ogni giovane calciatore arconatese.
Una generosità certamente spropositata, in quanto in nessun altro paese della zona si sono mai stanziati così tanti soldi per una squadra di calcio. Anzi, dovrebbe essere il contrario, in quanto sarebbe la stessa associazione calcistica a dover pagare il Comune per l’utilizzo del campo.
E mentre il calcio, in 40 anni, ha goduto di oltre 1,5 milioni di euro di sovvenzioni del Comune, le altre associazioni sportive, con i loro 613 iscritti, non hanno mai potuto beneficiare di contributi diretti da parte dell’Amministrazione. Una situazione del tutto anomala e, peggio, illegittima e illegale, poiché le ultime modifiche alle leggi in materia vietano espressamente al Comune di pagare le bollette ai gruppi sportivi che gestiscono direttamente gli impianti.
In più, a fronte degli ingenti contributi economici ricevuti dal Gsa, mai l’associazione ha messo in campo interventi – anche minimi – finalizzati al miglioramento delle strutture. Anzi, il Gsa ha persino realizzato costruzioni e manufatti abusivi, come il bar posto all’interno dell’impianto sportivo, del quale non si sono mai conosciuti introiti e che ora il Comune si trova costretto a sanare.
Nonostante questo, il sindaco, Sergio Calloni e il consigliere delegato allo Sport, Silvia Fontana, hanno trattato per oltre 6 mesi con il Gsa. Non solo la giunta ha deliberato di affidare gratuitamente all’associazione la gestione dell’impianto di via delle Vittorie, senza nemmeno chiedere un canone d’affitto, come invece avviene in altri Comuni. Di più: consapevoli delle difficoltà, è stato persino confermato il contributo economico a sostegno delle attività del gruppo sportivo, proprio per tutelare i calciatori in erba delle giovanili.
Ma tutto questo non è bastato e il Gs Arconatese ha deciso di andarsene, sbattendo le porte in faccia al Comune che invece, in questi mesi, ha dimostrato ampia collaborazione e disponibilità. Una scelta pianificata a tavolino da diversi mesi e dettata da evidenti ragioni politiche, in quanto da nessuna parte il gruppo sportivo spunterà condizioni d’ingaggio migliori a fronte delle leggi attuali. Una scelta faziosa, dunque, presa da un’associazione che non ha mai perso occasione per attaccare un’Amministrazione comunale a lei non gradita, senza mai farne mistero.
Ma il tempo dei privilegi e dei trattamenti di favore è finito. L’Amministrazione, infatti, è chiamata a far rispettare le regole e a gestire in maniera oculata i soldi pubblici. Per tali ragioni non si ritiene più tollerabile che si eroghino soldi a pioggia a favore di una squadra di calcio, mentre le altre associazioni si devono accontentare delle briciole. Non si ritiene più accettabile che i denari stanziati per pochi vadano a discapito dei molti.
Chi condivide questi principi di uguaglianza e di correttezza sarà sempre il benvenuto e avrà sempre la strada spianata. Chi invece non accetta questi valori fondamentali può legittimamente sentirsi libero di percorrere altre strade e di navigare per altri lidi. Perché tutelare lo sport significa fare gli interessi non solo del mondo del pallone, ma anche di tutte le altre centinaia e centinaia di atleti che hanno uguale importanza e dignità.