CASTANO PRIMO – Nella molteplicità degli studi storici di Gian Domenica Oltrona Visconti, pubblicati sulla ‘Rassegna Gallaratese di Storia Patria’, siamo incappati sulle ‘Osservazioni sulla formazione dei Comuni e delle frazioni’ pubblicato giusto sessant’anni fa. Scrive l’autore:
“Per quanto riguarda Castano in Pieve di Dairago, premettendo che di questo centro si posseggono ben quattro notizie antimillenarie (1), ricordo che in un documento del 974 esso è detto ‘loco e castro Casteno’ e così pure in una carta del secolo successivo. E’ da chiedersi se, in quella lontana epoca, Castano avesse già un’amministrazione ‘comunale’ la quale, perfezionatasi in seguito, assunse la fisionomia che ritroviamo nel sec. XIV quando il paese dipendeva nel civile dall’arcivescovo di Milano. Ricordiamo che già nel 1386 gli vediamo attribuito il titolo di ‘borgo’: Comune et homines burgi de Castano Ducatus Mediolani. L’accenno al Consuulem et affitialem vicinorum et hominum burgi Castani (in Archivio Arcivescovile) della stessa epoca confermerebbe l’esistenza del Comune rustico”.
Tenendo presente che la chiesa primitiva di Castano (San Fedele) sorgeva nella parte occidentasle della piazza maggiore e il castello nella parte opposta (sito dell’attuale parrocchia di S. Zenone) si capisce bene quella che era la matrice dell’antico ‘castrum’ locale, luogo di difesa in un territorio posto in una zona di confine.
FOTO Archetti trilobati del secolo XIV sul fianco in alto della chiesa di S. Zenone potrebbero far parte dell’antica chiesa sorta sui resti di un castello
NOTA
Alcuni di questi documenti sono stati pubblicati nel volume ‘Castano Primo: da borgo a città’, 2007, opera di chi scrive:
1 – 12 aprile 712, precetto di Liutprando a favore del monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, da cui Castano dipendeva:
2 – 26 agosto 880, donazione di Ottone conte del Seprio di beni in Castano al monastero suddetto;
3 – 10 gennaio 966, vendita fatta da una ‘Teveta de loco Casteno di beni in loco Madina’;
4 – 3 febbraio 974, placito di Walterio per una permuta di beni in Castano compresi tra le proprietà di S. Pietro in Ciel d’Oro.