TURBIGO – Un tempo la prima centrale elettrica turbighese – che campeggia alla fine del Canale Industriale – si chiamava così, ‘Guglielmo Castelli’, dal nome del direttore della Vizzola e fu costruita nel 1903 dalla ‘Lombarda’ che aveva appena realizzato l’impianto di Vizzola Ticino, il primo del ‘Ticino’.
L’impianto del 1904 comprendeva lo sfioratore, il canale scaricatore (posto di fronte alla centrale che invia l’acqua in sovrappiù ai Tre Salti e permette l’asciutta del Naviglio Grande) dalle due conche, capaci ognuna di superare un salto di 4.10 metri, recentemente revisionate per permettere il by-pass della centrale e dare continuità all’idrovia Locarno-Milano.
Nella sua storia secolare la centrale ha subito due interventi di revamping: il primo dopo la fine della seconda guerra mondiale con i fondi del piano Marshall (nella foto il momento dell’inaugurazione). L’impianto del 1945 utilizzava un salto di 9,20 metri e la portata di 120 mc/sec, mettendo a disposizione una potenza utile di 10 MW. L’intervento del secondo dopoguerra portò anche alla realizzazione del ‘Canale in Regresso’ per permettere il carico del Naviglio Langosco in sponda destra del Ticino una volta che le acque avessero prodotto energia elettrica. Recentemente (2019-2020), l’Enel ha effettuato un secondo intervento di revamping a parità di potenza, ciò che innescato per diverso tempo l’intervento dello sfioratore accentuando il fenomeno delle ‘schiume’ lungo il corso del Naviglio.
FOTO Il momento dell’inaugurazione del primo intervento di revamping della centrale idroelettrica dopo la fine della seconda guerra mondiale, realizzato con i fondi del piano Marshall: si riconoscono, oltre ai dirigenti della Vizzola, il sindaco di Turbigo Luigi Bianchini e il parroco don Edoardo Riboni che indossa l’abito di Cavaliere dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme (un ordine millenario di nobili ‘Crociati che combattono per la fede’) al quale avevano aderito anche alcuni maggiorenti turbighesi.