TURBIGO. La casualità governa le ore degli week-end dove mi capita di scorrazzare nella vita passata per trovare qualche motivo per soddisfare la mia voglia di scrivere. Perché questa è una malattia: l’ho coltivata per tanti anni e ne sento la mancanza. Sto scrivendo da qualche settimana una storia delle ‘Centrali del Ticino’ che vorrei pubblicare sull’Archivio Storico Lombardo, il prestigioso ‘Giornale della Società Storica Lombarda’ che si pubblica dal 1876. L’idea di una ricostruzione storica delle centrali del Ticino mi era venuta leggendo il saggio di Andrea Silvestri (Le centrali dell’Adda, pubblicato anch’esso sull’Archivio Storico Lombardo, vol. XXII, 2017). Devo aggiungere che ho già scritto tanto sull’argomento (ma non in maniera organica) anche perché ho passato buona parte della mia vita nelle centrali elettriche, in un territorio nel quale si voleva realizzare un ‘Parco dell’Energia’, perché qui – sulla riva sinistra del Ticino – hanno preso corpo tutti i diversi stadi in cui si è sviluppata la produzione dell’energia elettrica in Italia, da quella ‘verde’ a quella ‘nera’.
La ricerca della documentazione per le Centrali del Ticino mi ha fatto capitare in mano un volume nel quale avevo pubblicato parte delle mie ricerche tempo fa (Francesco Bronzini (1884-1966), un oleggese costruttore di grandi impianti per la produzione di energia elettrica, edizione promossa dal Comune di Oleggio, 2007). Ero stato chiamato a collaborare proprio dall’ingegner Giuseppe Frego, che conoscevo in quanto era stato il mio Capo Centrale a Turbigo dal 1977 al 1984, prima che partissi per il Marocco.
In seguito, nel 2003 l’avevo contattato per la rilettura della storia della ‘Centrale Termoelettrica di Turbigo-Robecchetto con Induno’ e si era reso disponibile anche per la presentazione nella sala consiliare del Comune di Robecchetto con Induno (foto). Ma la storia della nostra ‘compagnia’ era stata più lunga, Una volta lasciata la direzione della centrale mi chiamò a collaborare per predisporre i grandi progetti di manutenzione nelle grandi centrali termoelettriche dell’Enel. Ricordo solamente una nuance di un viaggio a Palermo: eravamo arrivati in aereo a tarda sera e la prima cosa che volle fare fu quella di assaggiare un cannolo! Ma il giorno dopo, con tuta e maschere, ispezione della caldaia in un caldo terrificante!
Dicevamo del libro sull’ingegner Francesco Bronzini (una centralina ad Oleggio porta il suo nome), inserito nella utilizzazione delle acque del Ticino, il cui ‘piano regolatore’ era stato messo a punto da due ingegneri Angelo Omodeo (socialista) e Gaudenzio Fantoli (fascista, sarebbe diventato il rettore del Politecnico di Milano). Ricordo la telefonata in cui mi disse di aver rintracciato una lettera inedita che Angelo Omodeo scrisse a Filippo Turati nel 1921 in merito alla necessità di lavorare per l’Italia, per le bonifiche, per la regolazione delle acque. Sapendo delle mie simpatie socialiste mi disse di raggiungerlo subito a Novara. Ci andai e mi consegnò la lettera insieme ad un pacchetto di biscotti che mi disse di omaggiare alla moglie. Ecco quello che è rimasto nel mio archivio mentale. L’ingegner Giuseppe Frego morì per infarto nel 2012.
FOTO della presentazione del libro sulla centrale termoelettrica di Turbigo-Robecchetto con Induno. L’ingegner Giuseppe Frego è il primo a sinistra. Era stato presidente del Distretto Scolastico di Castano Primo per sette anni