StraVolti (born to be rock star) testo critico del prof. Vittorio Raschetti
Il carisma non permette di disporsi a distanza di sicurezza: è’ mutazione incessante come il mistero insondabile sotto la superficie delle convenzioni, oltre il destino inarrestabile delle maledizioni. Il baricentro dell’identità è mobile, l’aura della personalità è un nobile campo magnetico irresistibile. La bellezza oltre i confini, adombrata in uno sfumato digradare di ombre significanti, in una lotta di contrasti, in un campo di forze disorientanti. La differenza irriproducibile, l’impronta incommensurabile del carisma, l’unicità della personalità scritta nella assoluta ineffabilità del volto. Apparizione inattesa che si tradisce in un volto irriproducibile come una divinità orientale. Ci guarda e ci riguarda. Uno sguardo che ci trasforma, un’anima rivelata nella stratificazione geologica dell’epidermide, una vibrazione generata per sottrazione, per rimbalzo della luce, per rifrazione, tra ombre e accenni, sempre circondate da mobili gradazioni di colore che si condensa in sensazioni sature di silenzio significante come uno sguardo aggettante sulla vertigine di trappole di silenzio cristallizzato. La personalità è un ultimo lembo di pudore sotto il riflettore, che respinge la rapacità dello sguardo curiosità con il richiudersi delle palpebre sui segreti ultimi, sugli estremi lembi dell’icona prima di rapprendersi in un grumo di vitalità postuma. Volti stravolti, saturi di rivolta, voci lontane, sempre presenti, immerse nell’intimità con il proprio carisma. Sguardi appartati nella consapevolezza. Ritratti non ritrattabili. Tratti istantanei, più veloci del colore, già predestinati alla condensazione della personalità. I sintomi di un carattere, i gesti, le posture inconsce, la presenza corporea nello spazio,: l’irriducibile identità individuale che risponde alla sensibilità della luce. Volti magnetici e pulsanti nel canto del corpo elettrico. Se nei ritratti pop il culto del glamour e della celebrità si fonda sull’identità assoluta dell’icona con se stessa in modo auto-celebrativo e auto-referenziale, spesso neutro, freddo e ripetitivo, nei ritratti di Engiel la personalità viene rivelata in modo eccentrico, in un momento di autenticità differente dalla prevedibilità, svelando l’insolito, l’inatteso di un movimento, di uno scarto oltre l’immobile auto-referenzialità della icona. In questo differire dell’immagine dallo scatto foto-realistico è colta la vitalità autentica della temporalità, lo scarto, il ripetere ma anche il differire del simulacro nella gradazione emotiva e memoriale del vintage. Rust never sleeps, spleen never sleeps. Una corrente di impulsi che restituisce la trascendenza e l’evanescenza dello sguardo rendendolo autentico e prezioso e che rende possibile una intimità col personaggio irraggiungibile segregato dal successo e dalla celebrità. In molti ritratti l’artista riesce a cogliere la densità malinconica e autentica dell’icona. Oltre le rivelazioni fisiognomiche, e la celebrazione agiografia del carattere e del successo, una indefinita tensione si raccoglie in un bagliore improvviso, la micro-mimica del volto restituisce una sequenza di variazioni di movimenti brevissimi che segnano avvicinamenti cosmici e distanze abissali. La cartografia del volto diventa un atlante della sensibilità in grado di cogliere sintomi, movimenti involontari, atti rimossi estromessi dal profondo dell’inconscio, una indefinita tensione trasformata in magia dell’espressione, dispositivo di cattura dell’attenzione e dell’emozione. In compagnia del proprio demone personale senza mai correre il rischio di disabituarsi alla bellezza: occorre oltrepassare le porte sbarrate degli archivi segreti dell’io per catturare tutta l’intensità dello sguardo affacciato oltre la volatilità dell’immagine: la presenza dell’anima immersa nella vibrazione vitale della luce.
It’s better to burn out than to fade away. Rock and roll it’s here to stay.
Vittorio Raschetti
Dove e quando:
Ritratti Rock (born to be a rock star), mostra personale di Angelo Molteni
Vernissage il giorno 26 settembre 2020 dalle 17.00 alle 19.00,
la mostra resterà aperta fino al 30 ottobre 2020.
Libreria Un Mondo di Libri, Galleria Mazzini n. 8, Seregno.