TURBIGO – Lino Braga nasce a Vado Ligure il 23 febbraio 1937, da madre Rosetta e papà Giovanni, turbighese che si trovava lì per lavoro. Nell’imminenza della guerra la famiglia si trasferisce a Turbigo. Qui, dopo essersi diplomato perito elettrotecnico, Lino viene assunto dalla Vizzola Spa (Enel dal 1963) presso la centrale termoelettrica dove, prima svolge mansioni di Capoturno, poi Capo Reparto elettrico e, infine, Capo Sezione. Si congeda dall’Enel nel 1995.
LA VITA SOCIALE – Nel 1963 si sposa con Rosanna Bassis. Dal matrimonio nascono due figli: Valerio e Renata che, a loro volta, danno alla luce tre nipoti. Strettamente legato alla vita del paese, già nel dopolavoro organizza momenti ludici (sci, canto, dialetto) e sostiene l’attuazione dei Decreti delegati della scuola, anche come presidente del Consiglio di Circolo di Castano Primo. Dal 1978 al 2008 è tra i promotori e animatori del ‘Gruppo San Vincenzo Ferreri’, compatrono di Turbigo, che ha organizzato per decenni feste rionali e veglioni danzanti a scopo benefico. E’ tra i fondatori della ‘Società Storica Turbighese’ (1978) che pubblicherà per decenni la rivista ‘Contrade Nostre’.
Dopo le edizioni del Palio turbighese (1984-85), alle quali partecipa attivamente, fonda con alcuni compaesani il ‘Gruppo Chiesa Sussidiaria’ con lo scopo di mantenere viva la tradizionale ‘Festa d’In Giò’ e raccogliere fondi per piccoli interventi di manutenzione della chiesa che fu il centro religioso del ‘Turbigo Inferiore’.
Consigliere per vent’anni della Pro-Loco, appassionato delle ‘due ruote’ ha pubblicato – con Giuseppe Leoni – un volumetto per esaltare le glorie sportive di due campioni turbighesi: l’olimpionico Antonio Bailetti (Roma, 1960) e il velocista Raffaele Marcoli.
GLI INCARICHI AMMINISTRATIVI – Ha fatto parte di diverse Commissioni Comunali: Edilizia, Commercio, Cultura. Dal 2001 al 2006, con il sindaco Laura Mira Bonomi, ha ricoperto il ruolo di assessore ai Lavori Pubblici.
“Nel dialetto è nascosta la millenaria civiltà contadina”. Grande passione quella del dialetto, che ha animato tutta la sua vita. In questi tempi sorgono iniziative per valorizzare la lingua locale, ma Lino Braga aveva capito l’importanza del dialetto quando pubblicò il suo primo ‘Vocabolario’, turbighese-italiano. Il volume contava circa 500 pagine nelle quali erano stati raccolti i lemmi che il ricercatore di parole era riuscito a scovare nella sua memoria, ma anche in quella di tanti altri nonni che rammentavano ancora il ‘parlato alla turbighese’ come la Pina Sciaton (nonna di Lino Braga), la Magiurina, Al Drian Cap Stasion (al secolo, Adriano Azzimonti, assessore e capo stazione, turbighese dotato di una memoria eccezionale, misurata anche da chi scrive), Ermano Solivar, Brogino Pastor e il Minighì della Curt Fabrica. Ma vediamo, più da vicino, le opere di Lino Braga.
Il lavoro del Braga era stata una sorta di recupero della parlata locale, affinché non andasse perduta, ma non immaginava l’attuale metamorfosi del dialetto che sembrava defunto cinquant’anni fa invece continua ad essere parlato nel mondo dei Social, nel Digitale, nella Musica, nel Cinema (Amica geniale)…una contaminazione continua. Ossignur, il dialetto è comparso anche sulla pubblicità della Nutella e sui biglietti dei Baci Perugina. Piace, è un linguaggio colorito e spontaneo, un nuovo brand, un contraltare al dilagante inglese.
IL SILLABARIO (2001) – Il Sillabario (turbighese-italiano) porta il sottotitolo, ‘Turbigh in sü – Turbgh in giò’, per segnare chiaramente, con la matita rossa, la storia di due comunità distinte, rimaste separate amministrativamente fino alla fine dell’Ottocento, nelle quali, probabilmente, c’era anche qualche differenza dialettale. La tutela della parlata locale è sempre stata il suo cruccio, convinto com’era che racchiudeva una cultura che andava preservata dal tempo, come gli strumenti di vita e di lavoro, che ha diligentemente raccolto nell’ex palazzo municipale di Via Roma, 1, nel museo denominato Al Cavic, al quale ha dedicato tanto del suo tempo. Un grande omaggio al suo paese di questo ‘Turbighese d’Oro’, investito di tale onorificenza civica nel 2009.
CURATORE DEL MUSEO (2007) – Con delibera 129/2007 la Giunta Municipale esprimeva la volontà di realizzare un museo della civiltà contadina, finalizzato alla valorizzazione e conservazione di quelli che furono gli strumenti di vita e di lavoro di una cultura millenaria. Su questo presupposto erano stati messi a disposizioni di Lino Braga, alcuni locali al palazzo De Cristoforis (sopra la ghiacciaia e locali adiacenti) per allestire il museo dove ha avviato il primo lavoro di catalogazione che poi ha proseguito nella nuova sede di Via Roma, 1 (ex palazzo municipale).
I RIMEDI DELLA NONNA (2010). Il volumetto di circa 200 pagine, I rimédi della nonna e i proverbi della salute, presentato nell’ottobre 2010, raccoglie espressioni che vanno al di là del dialetto come: Va a ciapà i ratt. Lo ‘slang’ turbighese, fiorito attorno alla lingua locale e tramandato dalle generazioni con espressioni del genere “la mustarda dal diaul’, alimentava credenze popolari che, con l’aiuto di ‘segnoni’ aiutavano a campare qui, sulla riva magra del Ticino, con la ‘cultura’ che proveniva dalla tradizione.
PRONTUARIO ITALIANO-TURBIGHESE (2018). Nell’introduzione l’autore spiega le ragioni della sua ultima fatica, complementare alle precedenti:“Perché questa pubblicazione? Semplicemente perché se non si ricorda una parola dialettale diventa poco agevole cercando di rintracciarla sfogliando il ‘Sillabario turbighese-italiano’, mentre con questo ‘Prontuario’ la soluzione è immediata”.
FOTO 1 – L’inaugurazione del museo delle civiltà contadina (Al Cavic) avvenuta qualche anno fa nell’ex palazzo municipale; 2 – Lino Braga con il professor Giuseppe Ferrari, famoso pediatra, con il quale il Nostro aveva frequentato la quinta elementare a Turbigo nel 1948