ALTOMILANESE – Stranamente nei secoli gli ‘artisti del legno’ sono sempre stati messi in secondo piano rispetto all’architettura e alla pittura. Ragion per cui non sono stati studiati compiutamente e non conosciamo i nomi di questi abilissimi artigiani che hanno lasciato capolavori lignei in numerosissime chiese del nostro territorio. Per quanto riguarda il Crocifisso di Castano la leggenda locale ha tramandato che l’antica presenza fosse originariamente nella chiesetta di S. Damiano a Turbigo e successivamente spostata nella chiesetta di S. Bernardo alla Malpaga, per occultarlo alle ruberie e alle violenze delle truppe straniere calate in Italia nei secoli scorsi (ci sono delle foto che lo ritraggono alla Malpaga). Da lì il passaggio nella parrocchiale di S. Zenone. Certo è solamente il primo dato storico (0) documentato: 1566. Un aiuto alla datazione proviene dalla figura del Cristo che, pur essendo ancora rigida – soprattutto nelle gambe e nelle braccia – risente della ricerca anatomica del Rinascimento.
A Milano nel primo decennio del Cinquecento era molto sentita la devozione al Cristo in Croce. Ludovica Tornelli, contessa di Guastalla, allo scopo di rinnovare il fervore cristiano promosse la pratica del suono delle campane al pomeriggio di ogni giorno, alle tre, per ricordare la morte del Signore. Potrebbe essere questo il periodo in cui l’intagliatore milanese ricavò da un Cedro del Libano il nostro Crocifisso. Padre Virginio Martinoni nella sua grande opera di ricerca storica ipotizzò che fosse uno dei tanti Crocifissi scolpiti dalla bottega di Giovanni Battista Da Corbetta, operante a Milano nei primi decenni del XVI secolo, ma la tesi citata (rintracciata in internet) che riporta gli atti notarili degli incarichi ricevuti dal De Corbetta non cita quello riguardante Castano. (1)
Un altro grande intagliatore Carlo Garavaglia nacque a Cuggiono il 16 aprile 1617 (morì a Milano nel 1663) va annoverato tra i principali esponenti del barocco lombardo. Sappiamo – dopo le ricerche di Barbara Conti e Dario Rondanini – che ebbe rapporti con il legnanese Giovanni Battista Salmoiraghi (2) e il milanese Riccardo Taurini. Il 30 dicembre 1633 il Salmoiraghi è padrino al battesimo del figlio dell’intagliatore cuggionese, una coincidenza carica di significati per le reciproche influenze sui percorsi culturali e professionali che conducono tutti a Milano, dove la lavorazione del legno aveva una tradizione millenaria e nella quale va cercato anche l’autore del famoso Crocifisso di Castano Primo.
Carlo Garavaglia è l’autore del maestoso coro ligneo dell’abbazia di Chiaravalle (1645) e del bel complesso corale del monastero olivetano di Villanova Sillaro nel Lodigiano (1647-1648). Ha lavorato molto anche nei paesi del Castanese e, in particolare, sono presenti sue opere ‘riconosciute’ a Busto Garolfo (chiesa dei SS. Salvatore e Margherita, coro ligneo, 1640-41) (3), a Inveruno (chiesa di S. Martino, cappella del Rosario, quindici tavolette raffiguranti i ‘Misteri del Rosario’, (1661) e a Cuggiono nella parrocchiale. Non è escluso altre opere siano ancora da scoprire. Non sappiamo che realizzò il coro ligneo dell’ex convento degli Agostiniani Scalzi di Turbigo, i confessionali, il pulpito, opere di grande qualità di un intagliatore certamente milanese.
Nel volumetto pubblicato nel 1988 a Inveruno, in occasione del 50° anniversario di sacerdozio di don Luigi Sacchi, ‘Una parrocchia, un cammino di fede’, furono pubblicate le foto di alcune tavolette e la seguente lettera: “Nell’anno 1658 la cappella del S. Rosario venne rimodernata ed ornata con un’icona di elegantissima fattura, all’interno della quale sono contenuti i quindici misteri del SS. Rosario con meravigliose, ben composte e proporzionate figure, opera del virtuoso intagliatore Carlo Garavaglia”. Un’opera questa che aspetta ancora uno studio approfondito.
Inoltre, un documento rogato dal notaio Raimondo Marliano, datato 15 settembre 1662, testimonia la presenza dello scultore a Cuggiono e contiene alcuni riferimenti in merito ad un terreno acquistato da Carlo Garavaglia il primo gennaio 1650. Altri due mandati di pagamenti, rinvenuti nell’Archivio Parrocchiale di Cuggiono, datati rispettivamente 16 ottobre 1656 e 24 novembre 1659, si riferiscono ad un tabernacolo, ora perduto, realizzato dall’artista per la chiesa del paese il cui pagamento avvenne in frumento e vino offerto dagli aderenti alla Scuola del Santissimo Sacramento. In detti documenti il Garavaglia accenna ad un cugino che aveva fatto da tramite tra l’artista e la Scuola.
E’ questa la prima vera prova della presenza in Cuggiono di un ceppo della famiglia Garavaglia che risulta confermata da altri documenti che citano la nascita a Cuggiono di Carlo Garavaglia anche se, è difficile indicare con precisione la paternità (Gio. Battista) e la maternità per la grande diffusione del cognome in paese. Certa è invece l’esistenza del figlio di Carlo, Giuseppe, che continuò nella seconda metà del Seicento l’attività artistica del padre.
FOTO Il Santo Crocifisso di Castano Primo, olio su faesite cm.50×40, opera di Gian Calloni, 1985;
2 – Il Coro dell’abbazia di Chiaravalle. Nel contratto stipulato il 26 aprile 1645 tra l’intagliatore e l’abate, Damiano Porro, Carlo Garavaglia è indicato come figlio di GIo. Battista abitante a Milano, nella parrocchia di S. Maria Segreta a Porta Vercellina.
NOTE
0 – GIUSEPPE LEONI, Il Santo Crocifisso di Castano Primo – dalla leggenda alla storia, Silvana editoriale, p. 21, 2009
1 – CARLO CAIRATI, I Da Corbetta: una bottega di Intagliatori nella Milano del Cinquecento, Corso di Dottorato di Ricerca in ‘Storia e Critica dei Beni Artistici e Ambientali – XXV Ciclo, Tesi di laurea a.a. 2011-2012. La tesi apre con una frase di PAOLO MORIGIA in cui celebra l’intagliatore Giovanni Battista da Corbetta e disegna il suo stile. «Non è da tacere che non si dica alcuna cosa d’un virtuoso Milanese degno di molte lodi, che fù de’ primi virtuosi d’Italia nella sua professione, &grand’inventore di cose rare. Questo fù Giovanni Battista Corbetta scultore raro in statue di legno, & è stato il primo à far le statue di quei Crocifissi più grandi del naturale, che si veggono in Croce nelle Chiese con tanta eccellenza dell’arte; oltre che si veggono molti misterii di diverse figure, così in Milano, come fuori, tanto ben scolpite, & così imitatrici al naturale, che paiono à gli occhi de’ riguardanti, che siano viventi».
2 – PAOLA BARBARA PICCONE CONTI-DARIO RONDANINI, Arte lignea a Legnano – scultori ebanisti indoratori tra Cinquecento e Settecento, Società Arte e Storia, Memorie n. 24, 2008. Nato a Legnano il 5 marzo 1589 da Stefano Salmoiraghi e Tommasina Bolzanelli ebbe, probabilmente, una formazione in ambito milanese. Il 30 ottobre 1611 sposò Maria Lampugnani ed entrò così a far parte di una famiglia nobile benestante.
3 – P. CAFARO, Busto Garolfo. Una comunità locale tra X e XX secolo, Milano, 1991, pp.155-56; T. BORSA-G. COLOMBO, Omaggio ai nostri tesori. La chiesa parrocchiale di Busto Garolfo. Storia, arte, spiritualità, Olgiate Olona, 2006