TURBIGO. Siamo i coscritti del ‘Milietto’. Nati nel 1947 da matrimoni celebrati frettolosamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale con i reduci che tornavano a casa. Eravamo in tanti nella nostra Classe, con una grande voglia di stare al mondo. Abbiamo vissuto il passaggio dalle vecchie alle nuove scuole elementari, realizzate negli anni 1956-58. Una delle maestre era la Cesira Bonaudo, una novarese molto severa che non ci pensava due volte a sollevarci dal banco per un orecchio. Dopo le elementari alcuni di noi hanno frequentato la scuola di Avviamento Professionale di Castano Primo (dove insegnavano a lavorare in falegnameria e in officina), due o tre coscritti frequentarono il liceo e divennero ingegneri. La maggioranza, comunque, andò a lavorare e imparò un mestiere, in quella che si chiamava allora la ‘valle dei milioni’. Concerie e officine dappertutto, maglierie (tra cui la Irge), cave, le centrali della Vizzola che preferivano assumere ragazzi turbighesi. Le vecchie ‘fabbriche’ erano moriture: il Cotonificio Valle Ticino aveva già chiuso i battenti (1953) lasciando a casa 600 donne, mentre la Manifattura Rossari&Varzi avrebbe resistito fino al 1974 finendo nelle mani di Sindona.
Il paese era in una fase di particolare espansione: Il Circolo (1959), L’Allea Comunale (1962), la Casa del Giovane (1963), la Dogana (1958). La vita sociale animata da una molteplicità di associazione tra cui l’Ust e lo Sci Club (1966). Questo era il paese dei nostri vent’anni: adesso che ne abbiamo 73 è un altro mondo animato dal maledetto coronavirus che ci ha castigati in casa e colpisce a morte preferibilmente quelli della nostra età. Non è stato il caso del ‘Milietto’.
Emilio Adelio Cavaiani era malato da qualche anno. Era stato un collega, un compagno di lavoro nella grande centrale termoelettrica dell’Enel. Condoglianze alla famiglia da parte dei Coscritti che, ad uno ad uno, andranno a fargli compagnia nei prossimi anni. R.i.p.
FOTO La classe di leva 1947, pronta per andare a militare: il ‘Milietto’ è seduto a terra al centro con le gambe accavallate