Non mi vergogno ad ammettere che il mio voto l’ho dato. Da Malvagliese sono cresciuto in quella parte stupenda del Naviglio. Un luogo che amiamo e vogliamo preservare. Conosco le difficoltà dell’amico Francesco Oppi che ormai da anni vive senz’acqua. Mi sono chiesto: “non poi cosi difficile preservare un luogo stupendo della mia terra, basta un semplice voto sul sito del FAI“, il mio è uno, se voi che leggete lo fate, arriveremo a migliaia (Questo il link: https://www.fondoambiente.it/luoghi/cascina-del-guado) VOTATE!
Sul sito del FAI leggiamo:
La cascina Guado è qualificata come “storica del territorio Lombardo”, facente parte del patrimonio culturale e paesaggistico rappresentato dai nuclei rurali e dal sistema delle cascine presenti sul territorio della valle del Ticino. Esso è, difatti, indicato tra i beni di rilevanza culturale della Regione Lombardia. La Cascina del Guado è sita nella depressione morenica della valle del Ticino, in comune di Robecchetto con Induno frazione Malvaglio nei pressi del luogo dove sorgeva il Molino del Guado, risalente ai mulini del Naviglio poi gestiti dall’Ordine degli Umiliati. Fino agli anni ‘50 vi era Osteria con alloggio. Sia il Molino che l’Osteria finirono demoliti entro quel periodo. Del Molino restano le grandi pietre in granito di fine ‘600 per l’appoggio delle tre “ruote”. La strada (breccia) che congiunge in 840 metri la provinciale con la località della Cascina del Guado è comunale, e portava fino al 1602 al ponte in legno che traversava il Naviglio. I Bossi che infeudavano Induno con Guado, non accettarono il ponte in pietra proposto dallo Stato di Milano e demolirono il ponte in legno. Successivamente si insediò un traghetto a fiume. La Cascina, per alcune costituzioni di materiali impiegati, rivela l’antico insediamento del XVI secolo per una parte, mentre l’attuale assetto di pianta risale, presumibilmente – nonostante i diversi interventi succedutisi fino al 1869 – alla fine del XVII secolo. Nel 1969, il papà di Francesco Oppi, il noto artista e pubblicitario Daniele Oppi, acquistò il Guado in stato di abbandono e vi compì opere di ristrutturazione e migliorie, rispettando la peculiare tipicità e valorizzando le caratteristiche di pregio storiche ed architettoniche dell’Immobile. Dal 1969 la “ormai celebre Cascina del Guado, è un fervente cenacolo culturale e artistico, volto alla ricerca e all’approfondimento delle nuove forme espressive” (dal testo di motivazione del conferimento da parte del Sindaco di Milano Gabriele Albertini, della Medaglia d’Oro di Benemerenza Civica,“Ambrogino d’Oro” – a Daniele Oppi, del 7 dicembre 2002). Negli anni ‘70 il Guado fu, sede della Comune del Guado che lavorò proficuamente per il miglioramento delle condizioni sociali e culturali del territorio (vedi Guadolibro, Guadogiornale, Bar Italia e L.A.L), innestando anche le prime profonde e motivate istanze ecologiste che furono basi per la nascita del Parco del Ticino. In quel periodo con la Libera Associazione del Libro le biblioteche iniziarono a prendere la forma che conosciamo oggi. Sulla scorta dell’esperienza comunitaria, prese vita la “Cooperativa Il Guado” che creò e produsse, tra le tante attività di comunicazione, 115 testate di giornali comunali. Il tema principale era la diffusione della cultura della democrazia e dell’esercizio della stessa da parte dei cittadini. Sempre alla Cascina del Guado negli anni ‘90, sul patrimonio culturale di queste esperienze, nacque e fiorì la Cooperativa Raccolto fondata sempre da Daniele Oppi. Oggi dalla Cascina Guado, che dal 2011 per le meritorie attività è stata inserita da Regione Lombardia nei “Centri e luoghi dell’Arte Contemporanea in Lombardia”, prendono le mosse rilevanti progetti e interventi socio-culturali realizzati per promuovere la cultura a tutti i livelli. Citiamo ad esempio Inverart, il Padiglione d’Arte Giovane di Inveruno, che ha festeggiato i quindici anni di attività con una importante mostra ospitata nel 2019 dalla Società Umanitaria di Milano, in cui hanno potuto negli anni mostrare i loro primi lavori artistici oltre 650 giovani creativi. Con questi nuovi impulsi hanno preso vita le Officine Creative del Guado con l’obiettivo di ricollegare tutti i fili della lunga e proficua storia del Guado per proporre nuove istanze di sperimentazione culturale e relativi modelli attuativi attraverso l’arte contemporanea e la creatività degli artisti. Purtroppo, dopo un grave danneggiamento al pozzo, dal 2017 la cascina non ha disponibilità di acqua potabile.