Sono donne dai 16 agli 84 anni, per lo più italiane e con un livello di istruzione mediamente elevato le vittime di violenza che si sono rivolte a E.Va onlus, centro accreditato da Regione Lombardia e parte della Rete territoriale antiviolenza Busto Arsizio – Gallarate – Saronno – Somma Lombardo. Dall’inizio della pandemia alla fine del 2020, sono state oltre 200 quante hanno bussato, chiamato, contattato e chiesto aiuto alle professioniste del centro per denunciare una situazione di violenza fisica, psicologica ed economica non più sopportabile. Davanti all’aumento di accessi registrato da E.Va onlus dall’inizio della pandemia e per tutto il 2020, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha deciso di dedicare un contributo straordinario al centro antiviolenza; un intervento di solidarietà per sostenere un impegno che non ha conosciuto sosta.
«Da marzo ad oggi abbiamo assistito a un incremento delle richieste di aiuto fornendo assistenza 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana, mettendo a disposizione ascolto, accoglienza e sostegno attraverso un’equipe di professionisti -psicologi, assistenti sociali, avvocati- e operando in collaborazione con le strutture pubbliche e le forze dell’ordine», osserva la presidente di E.Va onlus Elisabetta Marca. «Dal lockdown in avanti, con la chiusura forzata in casa dettata dalle norme per il contenimento dei contagi, alcune situazioni problematiche si sono acuite, ma anche altre del tutto nuove sono emerse. Nel complesso sono oltre 200 le richieste cui abbiamo dato risposta: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, gli accessi al centro antiviolenza sono aumentati di oltre il 30%, con un forte incremento nei paesi della Valle Olona. Non potendo agire di giorno per la convivenza con i loro maltrattanti, le vittime hanno contattato il centro nelle notturne, chiamando il 1522 oppure utilizzando i canali social e il nostro sito internet». I casi non sono riconducibili a una specifica fascia sociale. «Tra le donne che si sono rivolte a noi, sette su dieci sono italiane con un livello di istruzione alto», prosegue la presidente di E.Va onlus . «Molti sono stati i casi di violenza assistita da minori, una forma di abuso minorile e un maltrattamento psicologico nei confronti dei più giovani e, quindi, fragili. Per quanto siamo davanti a un quadro fortemente problematico, un dato positivo arriva dalle denunce: il 70% di quante hanno deciso di chiedere aiuto, non si sono limitate ad una chiamata, ma hanno avuto il coraggio di dire basta a una situazione di oppressione e sporgere denuncia nei confronti del loro violentatore». La strada da fare è però ancora molta. «Non si tratta solamente di non abbassare mai la guardia su questo tema – la violenza sulle donne non è un giorno all’anno -, e di sostenere e potenziare le strutture capaci di dare risposta, ma di creare una cultura differente. Purtroppo, negli ultimi mesi abbiamo scoperto che molte situazioni erano solamente latenti e il fenomeno è molto più ampio di quanto si possa pensare».
L’intervento della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, oltre a confermare la collaborazione con E.Va onlus avviata nella primavera del 2019, ribadisce «la necessità di non fermarsi», dice il presidente della Bcc, Roberto Scazzosi. «Gli effetti nefasti della violenza sono a breve e a lungo termine e spesso portano le donne all’isolamento, all’incapacità di lavorare, a limitarne la capacità di prendersi cura di sé e dei propri figli. Inoltre, i bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari soffrono di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità. Per questo, accanto all’intervento nei confronti di E.Va onlus, abbiamo predisposto un contributo straordinario anche per Amico Fragile, onlus che gestisce il centro antiviolenza all’interno dell’ospedale di circolo di Varese e fornisce assistenza sociosanitaria e di tutela dei diritti civili a chi subisce abusi. L’auspicio è che tutti, ciascuno per la propria parte, possiamo essere in prima linea per fermare la piaga della violenza di genere».