TURBIGO – Mi capita spesso, in questi tempi di Covid, di andare al cimitero e di leggere la storia del paese attraverso i diversi campi. Sono cinque:
– il PRIMO fu realizzato alla fine del Settecento (1796) adiacente al presunto ‘cimitero romano’, dove compare l’unica tomba di marchese di impianto antico con busto (Giuseppe De Cristoforis, primo sindaco (1860), grande massone); la cappella quella dell’ingegner Franceschini a sinistra e quella di Luigi Gualdoni a destra, due personaggi di grande spessore;
– il SECONDO al quale ai arriva dopo qualche gradino ha nella quinta prospettica l’Oratorio realizzato nel 1845. Sulla stessa linea perimetrale del campo si stagliano le opere del grande Carlo Bonomi. E’ il cimitero del ‘miracolo economico’ dove le tombe delle ricche famiglie borghesi la fanno da padrone. Qui c’è anche quella del grande scultore realizzata e progettata dall’architetto Angelo Vittorio Mira Bonomi che vi riposa accanto da qualche anno;
– il TERZO CAMPO non ha il phatos del secondo ed è disseminato dalle tombe dei turbighesi deceduti prevalentemente negli anni Settanta-Ottanta. Sono tutte più o meno uguali in altezza e di lato ci sono alcune cappelle ‘a casetta’ di un livello inferiore a quelle del secondo campo ;
– il QUARTO CAMPO interrato, fu progettato dagli architetti Angelo Vittorio Mira Bonomi e Angelo Zanoni i quali si ispirarono a quello di Urbino. Inaugurato nel 1985, c’è sempre stato il problema delle infiltrazioni d’acqua che sembrerebbe risolto, per ora;
il QUINTO CAMPO sempre progettato dai due architetti precedenti, è quello delle tombe ‘tutte uguali’ secondo la filosofia della ‘livella’, contornato da colombari e, sugli angoli del quinto campo, dei pertugi che ‘guardano’ fuori.
Il nostro cimitero è bello grazie anche ai cipressi che accompagnano tutte le linee in cui si articola il camposanto. Una scelta indovinata dell’Amministrazione di Laura Mira Bonomi che, forte di un grande senso sensibilità turbighese, fece una tale scelta che interessò anche le scalinate che portano alla zona monumentale del paese.
FOTO Vittorio Sgarbi accanto alla tomba di Carlo Bonomi. Venne a Turbigo nel settembre 2017 per conoscere da vicino le opere del grande artista turbighese