Questo è il ciclocross. Uno sport tra i più duri che richiede sacrificio. Sheryl Bienati di Buscate pratica il ciclocross da tre anni ed è subito arrivata alla categoria élite. Domenica scorsa ha partecipato ai campionati italiani a Lecce vinti dalla fortissima Alice Maria Arzuffi delle Fiamme Oro davanti a Chiara Teocchi del Centro Sportivo Esercito e a Eva Lechner sempre del Centro Sportivo Esercito. “Un percorso molto duro – ha commentato Sheryl – e bello allo stesso tempo”. Fango e pioggia per una competizione che ha visto al via 800 atlete e atleti di tutte le categorie. Un bel segno perché significa che molti giovani si stanno avvicinando al ciclocross. Sheryl corre per la Loris Bike Pro Team del fidanzato Loris Tursi e del papà Mauro. Anche Loris si è cimentato della competizione di domenica sempre nella categoria élite uomini vinta da Gioele Bertolini del Centro Sportivo Carabinieri.
Ma cosa significa correre nel ciclocross? Basta un commento di Sheryl per capirlo: “Nelle ultime gare i body che indossavamo erano talmente sporchi che abbiamo dovuto lavarli per tre volte a mano prima di metterli in lavatrice”. Il fango molle crea problemi, ma non come quelli del fango che diventa duro e ti impedisce di pedalare. Per correre servono due bici e i cambi devono essere fatti bene altrimenti si perde del tempo. La stagione del ciclocross comincia tra settembre e ottobre per concludersi a fine gennaio, siamo quindi alle battute finali. Quest’anno si continuerà con altre gare almeno fino al 7 febbraio. E per il covid? Tutto si è svolto regolarmente con rigidi controlli e divieti di accedere all’area del percorso garantendo il distanziamento. L’auspicio anche nello sport è che si possa tornare quanto prima alla normalità. Intanto Sheryl che pratica il ciclocross più per passione pensa già al prosieguo dell’annata che continuerà con la mountain bike. “Tra le due il ciclocross è senz’altro il più affascinante”, ammette.