Riceviamo e Pubblichiamo
L’autorizzazione ministeriale al progetto ratificava di fatto le richieste delle Università; il benessere degli animali negli stabulari non è adeguatamente monitorato; i due macachi malati potevano essere affidati a un’associazione, anziché restituirli al fornitore.
È quanto emerge dalla sentenza integrale del Consiglio di Stato depositata in data 8 febbraio 2021 resa nota a seguito del deposito del dispositivo della Sentenza il 28 gennaio 2021che motiva la scelta di far riprendere la sperimentazione, dopo la sospensione che LAV aveva ottenuto nell’ottobre scorso per la seconda volta. dello studio Light-up, che prevede esperimenti sul cervello dei macachi stabulati all’università di Parma, coordinato dall’Università di Torino, (che non è autorizzata allo svolgimento per test su primati).
Nonostante, purtroppo, il progetto stia proseguendo, è bene sottolineare che il Consiglio di Stato ha accolto varie istanze della LAV e sottolineato come la procedura di autorizzazione fosse carente degli opportuni ed indispensabili approfondimenti per un protocollo che comporta l’uso di esseri senzienti nei “quali è indotta la cecità, con indubbia sofferenza” definendola “scarna e soltanto con la verificazione condotta da un ente terzo nominato dal Consiglio di Stato i Giudici hanno ritenuto assolto l’obbligo motivazionale dell’autorizzazione. Chiarificatrici le parole che ogni progetto deve rispondere al “rigido rispetto della gerarchia dell’obbligo di ricorrere a metodi alternativi”.
Tutte argomentazioni che LAV ha portato avanti in questi due anni di campagna, e che auspichiamo siano di monito per le future autorizzazioni, in particolare quelle che riguardano specie particolarmente protette quali primati non umani ma anche cani e gatti.
PER QUEI SEI MACACHI, E NON SOLO, LA BATTAGLIA CONTINUA
Ho già programmato l’alertsul mio telefono. Fra tre anni e mezzo, nel 2024, tutti nel mondo non avremo più problemi alla vista. Sarà giunto altermine,infatti,l’esperimentosui macachi all’Università di Parma e, come sbandierato fra i sostenitori di questa ricerca, i non vedenti non esisteranno più. Inoltre,gli animali, che non sono stati e non saranno resi ciechi hanno detto e scritto, immagino che riacquisiranno di nuovo anche loro pienamente la vista e magicamente gli impianti fissati al cranio e le cicatrici spariranno potendo, così, essere portati – come prevede la Legge – in un Centro di recupero di animali, anzi in un Santuario, miracolati da chi li ha comprati dalla Cina, via Olanda. Saranno stati così ben spesi i 2 milioni di euro complessivamente dati dal Consiglio Europeo della Ricerca per un test quinquennale realizzato dall’Ateneo emiliano, specializzato nella sperimentazione sui primati non umani. Tutto a posto quindi, in nome del progresso. E come si è permessa la LAV di opporsi? In via definitiva il Consiglio di Stato gli ha dato torto giovedì scorso. Hanno ragione gli Atenei e il Ministero della Salute che li ha autorizzati sulla base di un parere del Consiglio Superiore di Sanità e poi con quelli di professori di Istituto Superiore di Sanità e Accademia dei Lincei. Come si sono azzardati gli animalisti di mettere in forse questa ricerca? D’altronde non ci sono le alternative, dicono.Già, le alternative. Abbiamo da una parte chi sa fare solo esperimenti su animali, chi ha un’interpretazione fideistica della scienza, chi propaganda lo scientismo, chi ha interesse a confinare i metodi sostitutivi di ricerca come irrealizzabili. E lo fa sorretto, come nel caso giudiziario dei macachi, e questo è grave, dal Ministero della Salute che in piena pandemia, negli scorsi mesi, ha avuto tempo e modo di preparare le difese degli Atenei con l’Avvocatura di Stato e i suoi Uffici e contemporaneamente, con l’ormai ex Direttore Generale Borrello, di far perdere al Ministro Speranza il primo anno del pur piccolo finanziamento da lui riattivato a febbraio 2020 del fondo ministeriale per i metodi alternativi. Hanno fatto perdere a ricerca pubblica e ricercatori 2 milioni di euro. La stessa cifra, ironia della sorte, destinata per un singolo esperimento anche su animali, quello in corso a Parma. Inoltre, il Comitato ministeriale per le alternative, scaduto a giugno scorso, non è mai stato rinnovato proprio quando stava per produrre i primi risultati del proprio lavoro. E il tema così ritorna nell’alveo dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia, Centro di referenza nazionale sul tema per il Ministero della Salute, proprio quello che ha detto per anni che a Green Hill andava tutto bene. Capito il giochetto? Questa battaglia – per la quale abbiamo fatto tutto il possibilee continueremo a farlo con il sostegno di più di 450mila persone – per noi, lo ribadiamo, è stata ed è un simbolo. Della necessità che i luoghi dove si spendono soldi pubblici, dove si lavora “per il bene dell’umanità” siano aperti e trasparenti, dove la “libertà di ricerca” non sia libertà di fare quello che gli pare e dove lo Stato indirizza priorità e necessità e se necessario intervenga anche con i Tribunali, perchéquelli che sperimentano su animali non sono dei, non sono intoccabili.Come successo a Green Hill (difeso dallo stesso Gotha che ora esulta per il via libera all’uso dei macachi) condannato fino al terzo grado definitivo, sia chi eseguiva e chi doveva controllare quell’allevamento intoccabile di una multinazionale; come i test dei cosmetici dove le stesse voci di oggi ci hanno detto per due decenni che non esistevano alternative, fino a dover utilizzare anche loro prodotti non sperimentati su animali, per Legge; come gli esperimenti su animali della ben conosciuta pericolosità di alcol, droghe e tabacco che gli stessi continuano a difendere come irrinunciabili e per i quali fanno esprimere Comitati e Società scientifiche di ogni genere, altra battaglia campale che abbiamo l’onore di condurre.E poi tutto ciò che hanno fomentato, rifiutando sempre -glielo rinnovo oggi l’invito -un confronto pubblico, per il quale si è sempre negato il primo proponente del progetto, Tamietto dell’Università di Torino che ha dovuto “subappaltare” la sperimentazione non avendo lo stabulario autorizzato alla detenzione dei primati non umani. Addirittura, hanno tentato di portarci a processo per rivelazione di documenti segreti, accordi per istigare a reati, minacce e diffamazione. La Procura di Parma, dopo alcuni mesi di indagine, ha archiviato l’infamia che aveva tentato contro di noi il Bonini che ancora oggi ci definisce “sedicente ente morale” quando lo siamo in base a un riconoscimento dello Stato. Ne prenda atto una volta per sempre, siamo una “organizzazione di utilità sociale” che ha affermato lecitamentee continuerà a farlo che noi vogliamo “difendere chi non ha voce da terribili sofferenze prodotte in nome di una falsa scienza”, “la sperimentazione animale fa diventare ciechi”,“la camera oscuradove è arroccata una ricerca obsoletache fagocita finanziamenti pubblici”,“tutto ciò che denunciamo da semprecome inutile, dannoso,crudele, insensato,di questo sistema, animali internati nei campi di concentramento nazisti in attesa delle torture e della morte”,“dittatura della sperimentazione animale”.Noi continueremo la nostra battaglia come abbiamo sempre fatto, alla luce del sole, condannando ogni violenza, con il sostegno di sempre più persone e “camici bianchi”, per il cambiamento, a credere in una ricerca diversa, a finanziare studi universitari con metodi sostitutivi come abbiamo già fatto. Altro che, irresponsabilmente, accomunarci a negazionisti e terrapiattisti. Continueremo a fargli paura, guardando negli occhi la cinquantina di macachi che abbiamo salvatonegli ultimi anni, donati a noi da altre due Università italiane negli ultimi anni che hanno fermato i test su questi animali (lo hanno fatto loro, perchè no Parma?) e noi li abbiamo salvati in un Centro di recupero restituendogli dignità e rispetto.Nonè finita, anzi. Anche se la “verificazione” che dovremo pagare, il Consiglio di Stato l’aveva ordinata a un Istituto del Ministero della Salute -parte in causa-e non a un Ente terzo, europeo magari. Non abbiamo quindi giocato l’ultimo round -orgogliosidi averne vinti altri due in un anno e mezzo di battaglia -in un campo davvero neutro.
Sia per i macachi di Parma che per gli altri 600mila animali l’anno, sono numeri ufficiali sebbene sottostimati, torturati ogni anno ancora in Italia nei laboratori divivisezione. Ah,questo termine. Ci dicono che non esista più da tempo, che sia vietata. Eppure, più di un terzo degli esperimenti – fonte Ministero della Salute, non noi – è condotto senza ricorso ad anestesia. Ed è in aumento. Così come a fronte della lieve diminuzione dell’uso di alcune specie – sempre numeri ufficiali – aumenta il riutilizzo dello stesso animale già sottoposto ad esperimenti. Si sa, per loro definire la vivisezione come “ricerca su modelli”, “sperimentazione preclinica” (proprio perchénon evita quelli su esseri umani, anzi) è come chi definisce una guerra come “intervento per ristabilire la pace”. La sostanza, altro che parole, rimane quella. Un orrore che abbiamo non solo il diritto ma il dovere, come esseri che vogliono continuare a definirsi umani, moralmente e scientificamente, di dover cancellare definitivamente. Per questi macachi a Parma per i quali continueremo a lottare, perché continueremo, #CIVEDIAMOLIBERI, per tutti gli altri animali, per una scienza giusta e utile, per tutti.
Gianluca Felicetti Presidente LAV