La notizia dell’azienda florovivaistica il cui titolare era dedito allo sfruttamento della manodopera che veniva retribuita tre euro l’ora non ci stupisce.
Anzi ne eravamo a conoscenza da parecchi anni. Quanti? Fin dal 2001 per intenderci. Ma non c’erano state denunce, fino a quando qualcuno lo ha segnalato alla Guardia di Finanza di Magenta che si è messa in moto per le indagini. Un applauso a chi ha avuto il coraggio di denunciare perché non deve essere stato semplice. Il sistema si basa sullo stato di bisogno del lavoratore praticamente costretto ad accettare condizioni impossibili.
A Inveruno dopo 20 giorni di prova si passava ad un rapporto di lavoro che non era subordinato, ma considerato una semplice prestazione occasionale. Quando i dipendenti in realtà lavoravano anche per nove ore al giorno senza alcun diritto. A chi dare la colpa di un sistema di questo genere? Purtroppo chi ha bisogno di soldi si adegua e se trova un personaggio senza scrupoli il gioco è fatto.
Tre euro l’ora senza tutele, questa è la realtà di oggi.
Non solo nel sistema florovivaistico. Ma anche nel giornalismo è così. Collaboratori pagati due euro a pezzo sono pressoché la regola. Inutile lamentarsi se non si fanno valere i propri diritti. E così per molti vanno bene anche due soldi. Sempre meglio di niente.