Era uscita una mattina a fare una corsetta per le vie di Magenta.
Erano le 9.30 del 7 marzo, il giorno prima della festa della donna quando Irene Ferrario, magentina di 21 anni, è rimasta vittima di una brutta avventura.
Irene è una bella ragazza, ed evidentemente questo non a tutti va a genio. Quella mattina stava rientrando a casa e si trovava nella zona di via Avogadro, quando si è accorta di un uomo in auto che la stava fissando. “Lo faceva con una insistenza tale che mi è scappato il dito medio – ha commentato Irene – Lui è arrivato allo Stop, ha fermato l’auto ed è sceso”.
Irene non è certo una ragazza che si spaventa. Ma quell’uomo si era fatto aggressivo e si è diretto verso di lei con fare minaccioso.
Improvvisamente ha cominciato ad insultarla, con espliciti riferimenti sessuali.
“Indossavo una normalissima tuta – continua – e lui ha cominciato a gridare che sarei dovuta andare a casa a vestirmi perché in quel modo non si può andare in giro. E poi ha cominciato a urlare profferendo parolacce verso di me. In giro, in quel momento, non c’era nessuno”.
Quanto avvenuto ad Irene ci fa capire quanto sia facile per una ragazza essere presi di mira dal primo pazzo che circola.
E se quell’uomo avesse reagito con violenza? Se, oltre alle parole, avesse anche alzato le mani?
Solo perché una bella ragazza si era messa la tuta per fare una corsetta attorno a casa?
“Accade spesso che qualcuno faccia battute pesanti, ma è normale – conclude – alla fine sorrido senza troppi problemi. Ma in quel caso si è andati oltre e non è giusto.”