Nel piazzale del cimitero ci saranno un paio di macchine. Mancano appena due giorni e sarà di nuovo zona rossa, quindi si sta a casa. “La polizia locale ci ha già avvisati – dice Rachid – se ci trovano in giro sarà multa salata perché il nostro non è un lavoro. Sono rientrato in Italia dal Marocco poco più di un mese fa ed eccomi di nuovo a terra.
Vi garantisco che se c’erano le possibilità non sarei mai rientrato in Italia.
Chi me lo fa fare di vivere in questo modo?”. Rachid è nato a Khouribga, un centinaio di chilometri a sud di Casablanca e ufficialmente risiede in Italia dal 2013, anche se era entrato da clandestino quando era ancora minorenne. Da qualche anno fa il venditore ambulate tra il piazzale dell’ospedale Fornaroli e quello del cimitero. “In una mattina non so se sono riuscito a guadagnare un paio di euro – continua – è ovvio che non è possibile continuare così. Da un anno è cambiato tutto, il covid ci ha ammazzati. La gente non si fida di noi, ovviamente, e sta alla larga. E sono sempre di meno. Al cimitero non c’è più nessuno. Diamo fastidio molto più di prima anche se non facciamo nulla di male e non importuniamo nessuno. Io aspetto, se qualcuno vuole darmi qualcosa o comprare lo fa, altrimenti non dico proprio niente”. Rachid ha svolto anche dei lavori saltuari, ha fatto traslochi per esempi. Ma adesso non c’è nulla di nulla. Gli italiani sono in crisi e figuriamoci gli extracomunitari, tanto più quelli come lui che non hanno la cittadinanza italiana che potrà chiedere nel 2023. Vive a Novara e viene a Magenta perché non c’è altro.
“Siamo arrivati alla fame – conclude – arrivo al cimitero la mattina quando non c’è nessuno e mi chiedo fino a quando potrò continuare in questo modo. Da lunedì non potrò nemmeno uscire di casa e dovrò sopravvivere con quei pochi soldi che ho messo via. Questa è la realtà”.