TURBIGO – L’architetto Gianpaolo Cisotto di Tradate recentemente mi ha sostenuto nella ricerca, perdurata per più di due anni, sulla ricostruzione storica di tredici paesi della provincia di Como (Appiano Gentile, Bulgarograsso, Cassina Rizzardi, Grandate, Guanzate, Limido Comasco, Luisago, Lurago Marinone, Lurate Caccivio, Mozzate, Oltrona di S. Mamette, Veniano, Villa Guardia) e che presto andrà in stampa. Con lui e Luisa Vignati scrivemmo nel 1997 il primo libro sulla storia di una comunità che si sviluppò in diversi luoghi: Induno (il sito celtico, più antico), Malvaglio, Padregnano(sorto in epoca romana), Robecchetto (il sito più recente). Quattro luoghi differenti animati da un’unica storia. Fu in quella occasione che conoscemmo l’architetto di Tradate il quale diede un contributo di grande qualità, al quale ponemmo la questione della Bettola di Turbigo, un luogo di passaggio verso il fiume Ticino, munito di dogana con la grande Osteria al Segno dell’Annunciata e stallazzo, importante da sempre da diversi punti di vista (strategico-economico-militare). Risultava che una parte importante del Turbigh in Giò facesse capo ad un’altra autorità feudale e non se ne capiva la ragione. Ci rispose:
“Penso di aver trovato una risposta al problema della presenza di Cassano Magnago in Turbigo. Ho avuto occasione di consultare il libro di GIUSEPPE BENAGLIO, Elenco delle famiglie del Dominio di Milano, 1714. A pag. 68 e seguenti si dice che Giulio Visconti Borromeo è feudatario anche di Cassano Magnago e della Bettola di Turbigo. Ciò dal 17 dicembre 1698. Prima di lui, già il 22 aprile 1534, sono citati Ottavio, Gian Battista, Paolo Camillo, Gaspare e Lodovico Visconti. Interpreto questi dati col fatto che un ramo dei Visconti aveva diversi feudi e in un certo periodo decisero di unire la Bettola di Turbigo con Cassano Magnago. Nel Catasto Teresiano del 1722 appare come proprietario della Bettolail marchese Fagnani (da qui lo stemma araldico sbiadito che appare ancora oggi accanto ad un balcone della riva sinistra del Naviglio a segnare l’infeudazione del sito, ndr).
Sempre il Benaglio a pagina 63 dice che il feudo di Turbigo dall’8 giugno 1660 è del principe Andrea Doria ex Magnatibus Hispaniorum”.
FOTO La Bettola di Patti Patti